DUE FACCE - Eppure, di buono dalla serata di ieri resta esclusivamente il risultato. La sensazione è che la Juve abbia messo a posto i problemi di produzione, ma la rifinitura no, è ancora una nuvola minacciosa eppure non tuona, non c'è lampo, non c'è pioggia torrenziale di gol. Non c'è "dunque" nonostante le premesse. L'altro volto di Juventus-Malmö è stata l'inefficacia sotto porta. E l'uomo a simboleggiarla è stata Moise Kean. Ha messo il colpo più difficile, una torsione di potenza e precisione. Poi ha fallito i veri tocchi da ko. Quelli più semplici e più concreti.
SERVE UNA PUNTA - Da una mancanza di virtù si arriva immediatamente alla necessità. Se la Juve vuole continuare a coltivare un po' di sogni, compresa la rimonta in campionato, ha bisogno di un giocatore che chiuda a chiave le partite e che dia slancio e allo stesso tempo tranquillità ai bianconeri. Vlahovic è il sogno, irraggiungibile per certi versi, fondamentale per altrettanti. Ma a prescindere dal nome, serve un uomo. Che possa portare buona parte del peso sulle spalle (magari da condividere con Dybala). Che possa essere il fendinebbia quando tornerà a calare un po' d'inconcludenza. Serve una punta. Una vera. Kean e Morata lo sono a modo loro, e non bastano.