Da tre partite la Juve non subisce gol e le rivali che si è trovata di fronte non sono affatto da trascurare: i campioni d’Europa del Chelsea, il Toro e la Roma. E’ stata brutta, perché ha giocato generalmente male; sporca, perché non ha disdegnato di aggrapparsi in ogni modo al match per venirne fuori con il successo; cattiva, perché concreta ai limiti della spietatezza, quasi crudele (lo stesso Allegri ha ammesso che i giallorossi non meritavano di perdere). Il risultato è che ha conquistato tre successi consecutivi con il medesimo risultato: 1-0. In qualche circostanza è stata anche un po’ fortunata, ad esempio contro la Roma (rigore fallito da Veretout dopo discussa decisione arbitrale di negare la rete a Abraham). Ma alla fine, quando la classifica piange, è importante migliorarla e guadagnare posizioni. E i bianconeri lo hanno fatto: in campionato sono a un punto dal quarto posto, in Champions hanno compiuto passi decisivi verso la qualificazione e domani sera con lo Zenit proveranno a compiere un altro scatto in avanti.
Un celebre Milan di Capello visse una stagione trionfale vincendo spesso 1-0. Chi ricordava i fasti dell’era Sacchi storceva la bocca, ma Fabio se ne fregava e metteva scudetti in bacheca. Era, quella, una squadra fortissima, infinitamente più di questa Juve. Ma il percorso, almeno tenendo conto dell’ultimo periodo bianconero, è simile: un gol, tre punti. Pure a Allegri l’estetica interessa poco, preferisce vincere. Anche 1-0. Un risultato che conferma, tra l’altro, la ritrovata solidità difensiva. E in fondo era normale che la Juve ripartisse da lì: se non incassi reti, sei già a metà dell’opera.
@steagresti