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Fino a un mese fa - sebbene raramente insieme - Paulo Dybala e Federico Chiesa erano stati i trascinatori della Juventus. Il dato, fino alla partita contro la Salernitana, era eloquente: solo in tre partite la squadra di Allegri era riuscita a vincere pur senza il loro contributo in termini di gol o assist. Poi però l'infortunio di Federico e l'ennesimo stop di Dybala: a dicembre non si sono mai visti insieme in campo. Ma la Juve sembra non averne risentito: nelle ultime cinque partite senza Chiesa la Juventus ha fatto 13 punti su 15; nelle ultime cinque senza Dybala, 15 su 15.

FARNE A MENO? NO... - Ogni dato è interpretabile: Dybala e Chiesa restano probabilmente i giocatori più forti della rosa, ma si può dedurre che la Juventus abbia imparato a sopperire alle loro assenze. Una tesi che, certamente, andrebbe dimostrata affrontando avversari più forti: ma l'auspicio di Allegri è che questo non accada, perché significherebbe dover rinunciare di nuovo al 10 e al 22. E visto che l'azzurro ha già saltato nove partite e l'argentino 8, è arrivato il momento di poter nuovamente contare su di loro senza intoppi e insieme. 

LA SFIDA - In questo dovrà essere bravo l'allenatore: con Chiesa e Dybala insieme in campo dal primo minuto la Juventus non ha offerto prove memorabili e contro Empoli, Sassuolo e Atalanta sono arrivate tre delle cinque sconfitte stagionali in campionato. Mentre le altre tre partite coincidono con tre vittorie non esattamente convincenti (Sampdoria, Spezia, Fiorentina). Nel 2022 Dybala e Chiesa rientreranno tra i ranghi: il compito di Allegri sarà farli convivere ed esaltare il loro talento, magari nel nuovo 4-2-3-1 o nel collaudato 4-4-2. Il futuro europeo della Juventus passa soprattutto da questa sfida, da questo salto di qualità.