commenta
La Juventus era attesa all'esame San Siro. Un esame fatto di blasone, la sfida eterna col Milan, e di ultimi treni su cui salire: perdere, ma anche solo pareggiare, stasera avrebbe voluto dire con ogni probabilità rinunciare alle velleità di conquistare il decimo scudetto consecutivo. Invece il tabellino recita 1-3 (doppio Chiesa, inframezzato da Calabria, e sigillo McKennie), vittoria della Juve, e rientro all'interno del lotto delle prime 4 superando in classifica il Napoli, la squadra della discordia, quella a cui si deve quell'asterisco della "partita da recuperare" che ci porteremo dietro fino quasi a fine stagione.

IL SORPASSO - Già, perché il Napoli ha perso clamorosamente in casa con lo Spezia e la Juve ha potuto mettere la freccia con questo successo sui rossoneri, che ora distano non più 10 ma 7 lunghezze, con l'asterisco di cui sopra accanto alla Juve. Dal Milan -7, dall'Inter -6, dato che nella stessa giornata, oltre al Napoli e, naturalmente, al Milan, è caduta anche la squadra di Conte contro la Sampdoria. Insomma, nella calza - anzi, nel calzettone - della Befana è arrivato tanto carbone per le rivali della Juventus, che invece ha fatto scorpacciata di dolci e (insieme alla Roma, vittoriosa a Crotone) è l'unica big a risalire la classifica.

LA CHIAVE - Ma l'importanza di questa vittoria non risiede solo nell'aver passato l'esame, come detto in apertura, e nell'aver dunque dato ragione a Fabio Paratici quando nel prepartita ha affermato che Andrea Pirlo è pronto per questi big match. E insieme a lui Paulo Dybala. Questa vittoria ha anche tolto al Milan la sicurezza psicologica dello status di "imbattuti". Quello che la prima Juve di Conte riuscì a mantenere 9 anni fa e grazie al quale spodestò proprio il Milan. E che invece il Milan di oggi, candidato a spodestare la Juve, ha appena perso.

LA RISALITA - È un mese di gennaio caldo come non mai per la Juventus, che ha cominciato con un 4-1 all'Udinese e un 3-1 al Milan. Con tanti difetti ancora da limare, non ce ne dimentichiamo ed è bene che Pirlo e i suoi ragazzi non se lo dimentichino, ma con una consapevolezza importante: questi palcoscenici i bianconeri li reggono e possono avere risposte importanti dai giocatori sotto i riflettori. E soprattutto, da domani ci si rimette al lavoro con distanze accorciate, San Siro espugnato e assalto al "Decimo" ufficialmente lanciato.