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Siamo alla fase embrionale, seppur la fretta sia comprensibile, perché il progetto di rifondazione della Juventus è partito l’8 agosto, quando Andrea Pirlo prese il posto di Maurizio Sarri. Due figure diametralmente diverse. Con il Maestro sono tornati i crismi della juventinità, che un po’ erano mancati la stagione scorsa. Un salto nel passato per riacciuffare valori inestimabili, da applicare oggigiorno ai concetti espressi nella tesi discussa a Coverciano: calcio propositivo, fluido, dominio della partita, riaggressione veloce del pallone. Fermiamoci un secondo. Questi criteri suonano familiari, anzi sarriani.

L’ESTETICA - Con questo non si vuole dire che Pirlo voglia imitare Sarri, anzi, l’ex regista sta iniettando nuove idee a Cristiano Ronaldo e compagni, che hanno recepito e applicato a fasi alterne. Un po’ per la scarsissima preseason che ha accompagnato questo campionato, un po’ per la naturale inesperienza di Pirlo, che ancora deve apprendere a fondo i meccanismi del mestiere (per ultima, la cattiva gestione della gara contro la Fiorentina). Ciò che hanno in comune è l’idea di bellezza, la voglia di proporre un calcio internazionale efficace, quello che sta dominando la scena degli ultimi anni. In una parola, l’estetica, concetto che Sarri ha perso per strada e che Pirlo sta consolidando, partita dopo partita, errore dopo errore (due i manifesti, l’impresa al Camp Nou e la splendida vittoria contro il Parma). La bellezza passa attraverso l’applicazione in allenamento, cosa che Pirlo sta ottenendo mentre Sarri ha ricevuto indietro come ritorno di fiamma. Com’è possibile?

LA GRANDE DIFFERENZA – La luce che si accende all’improvviso, lo schiocco di dita dal quale non si torna indietro. La scintilla con Sarri non è mai scatta, non è mai riuscito ad avere presa su squadra e ambiente. Pirlo invece sì, fin da subito. Il Maestro è stata una diretta scelta di Agnelli, che non ha mai caldeggiato il toscano, gli ha conferito il pieno appoggio di tutto il mondo bianconero, essendo lui un simbolo importantissimo per il calcio e per la Juve. Il nativo di Flero ha ritrovato vecchi compagni di battaglie come Chiellini, Buffon e Bonucci, senatori pronti a sostenerlo nel bisogno. Parla la stessa lingua di fenomeni assoluti come Cristiano Ronaldo. Pirlo si è integrato al meglio con la squadra, che sta recependo progressivamente tutte le novità tattiche da lui introdotte. Terreno estremamente fertile, che Sarri trovò ostile per innestare la sua filosofia. Battute fuori posto, un’immagine poco compatibile con i canoni della Juve. Una scintilla mai scattata con il gruppo, che si è fatto forza al di fuori dei dettami tattici. Che adesso vengono ascoltati volentieri. Alla ricerca di un calcio evoluto, proprio quello che voleva Sarri.

Qui potete leggere il nostro mega-confronto tra tutti i 4 allenatori della Juve nel decennio d'oro