IL SIGNIFICATO - Comunque, tre punti. Altri tre punti. E ancora in Champions, dove il percorso è stato netto e nettamente in pari con le aspettative. O forse un filo superiore. In ogni caso, il momento era talmente complicato da dover necessariamente raccontare una storia. Bene o male, la Juve da questa partita con lo Zenit sarebbe di fatto uscita comunque diversa, di sicuro con nuove indicazioni per riprendere la corsa in campionato. Ecco: è venuta fuori con la testa giusta, con la mentalità di un gruppo che si è compattato e che non sembra diviso. O almeno non come lo raccontano.
L'ESEMPIO - Una frase chiave l'ha lanciata Bernardeschi, parlando di una dimostrazione di forza come una dimostrazione di attributi. "Far uscire gli uomini che siamo", il virgolettato dell'esterno. Che sia Real o Barcellona, che sia Sassuolo o Verona, la Juve al primo posto ha messo per una notte se stessa, e non ha fatto calcoli se non quelli utili a portare a casa una vittoria. Ma se la strada tracciata sinora da Allegri è quella del sacrificio, quanto imposto e mostrato con lo Zenit dal gruppo parla anche di gol, occasioni, gioco frizzante anche se non esattamente pulito. Dunque, a quale versione credere? A quella che si esalta negli spazi o quella che si ferma davanti a un muro avversario? La Juve è ancora tutto e niente, un'altalena di risultati e di gioco. Con la Fiorentina, però, si giocherà senza alibi e presunzioni di sorta. E forse è già un bel passo in avanti.