RIMPIANTI - L'ha sfiorato il pareggio. Con Milik sull'1-0, con Vlahovic, Kostic e Locatelli sul 2-1. Non è arrivato, ma per 45' i bianconeri hanno frenato quel senso di onnipotenza totale che il Psg ha mostrato nel primo tempo. La capacità, ma soprattutto la possibilità di decidere quasi da soli come andrà la gara, quasi come se gli avversari fossero parte di un copione da scrivere seguendo i guizzi creativi di Neymar, Messi e Mbappé, ma di cui si sa già il finale... lieto. Sarà così per tutta la stagione? Questo Psg è tutto da scoprire e una delle chiavi sarà proprio la continuità, il vero scarto con gli anni passati, necessario per vincere tutto, soprattutto la Champions League.
MBAPPE' - Il divario è e resta ampio, in ogni reparto, in ogni ruolo, eppure dopo 45' di affanno, la Juventus è riuscita a ridurlo quasi al solo Mbappé. Ecco, lui sì, è la differenza più grande tra Juve e Psg, ma anche tra Psg e tutti i club d'Europa. Va semplicemente troppo forte, tre o quattro marce in più di chiunque provi anche solo a pensare di inseguirlo. Mette subito le cose in chiaro con due gol, poi si perde qua e là divorandone un paio, ma ogni volta che sgasa brucia chi gli sta intorno. E, va ribadito, nonostante tutto questo la Juve limita i danni e senza qualche prodezza di Donnarumma - che ha colpe sul gol, ma anche tre parate decisive nel suo personale voto - avrebbe anche potuto portarsi a casa un punto. Una Juventus incerottata, lontana dalla versione migliore possibile, senza Chiesa, Pogba e Di Maria, ma che finalmente reagisce. Dopo tanti passi indietro ne fa uno in avanti. La base per ritornare in alto è qui, ma non può bastare una partita.