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E' la conferenza stampa più attesa, quella che attende oggi Gianluigi Buffon e la Juventus a partire dalle 11.30 all'Allianz Stadium. Il portiere, capitano e leggenda bianconera è pronto achiarire il proprio futuro di fronte ai microfoni di tutto il mondo. Seguite la conferenza stampa in diretta su ilBiancoNero.com, con il nostro inviato Lorenzo Bettoni.


Parla Agnelli: 'Buongiorno a tutti, dal direttore Marotta a Paratici, Nedved e Chiellini che sono qui. E' difficile trovare le parole. Parlo con i numeri. Gigi in porta ha il record di imbattibilità, ha il 44% di clean sheet in carriera, a vinto 26 trofei in 22 anni di carriera. E' una persona altruista, carismatica e ambiziosa, trasparente, onesto. E' un amico, è il capitano. E' stato in paradiso, è sceso all'inferno ed è tornato in paradiso. A lui e gli altri che hanno fatto la stessa scelta saremo eternamente grati. Questa stagione non è stata facile. Prima Italia-Svezia, poi l'infortunio che gli ha impedito di fare il record di presenze di Serie A. Si è visto dare un rigore contro al 93' e Koulibaly ha segnato al 90' qui allo Stadium. Esclusi i familiari Gigi è la persona che ha frequentato casa mia più assiduamente. I numeri che vi ho detto non possono fermare la programmazione. Il prossimo anno il nostro numero uno sarà Szczesny. Gigi ha proposte sia per ruoli fuori dal campo e proposte per continuare a giocare. Ha il mio pieno supporto a prescindere dalla sua decisione. Oggi gli dico grazie per questi 17 anni. Goditi lo Stadium sabato, lo Stadium si goderà te."

Buffon: 'Ringrazio il presidente per le parole. Il fatto che lui si presenta con la dirigenza della Juve con il mio procuratore, Casassa e Giorgione Chiellini per me è un grande onore e un piacere. Mi fa piacere che siate venuti anche voi perché alla fine siete necessari anche voi. Avete un ruolo importante per veicolare determinati messaggi. Al netto delle polemiche e delle incomprensioni dico grazie anche a voi. Non perché è un fatto dovuto ma sentito."

"Arrivo qui con grande felicità e appagamento. Ho fatto un percorso bellissimo e straordinario, condiviso con persone che mi hanno voluto davvero bene. Questo bene l'ho percepito giorno dopo giorno e per questo bene ho cercato di fare del mio meglio. Sabato sarà la mia ultima partita con la maglia della Juve. E' il modo migliore per finire questa avventura con due vittorie importanti con la vicinanza e l'accompagnamento di Andrea e del popolo juventino. Avevo paura di arrivare alla fine della mia avventura con la Juve da sopportato o da giocatore che aveva fuso il motore. Non è così e sono orgoglioso di aver potuto esprimere in campo sempre delle prestazioni all'altezza del mio nome e di quello della Juve." 

"Credo che nel 2001 la Juve abbia preso un talento strarodinario e devo dire che se questo talento si è tramutato in campione è grazie alla Juve. Mi ha fatto fare un ulteriore step in convinzione e mentalità. Se a 40 anni sono ancora qua è solo merito della Juve e della sua mentalità e dell'approccio al lavoro che è diverso da ogni parte del mondo. Questa filosofia l'ho fatta mia e la userò in futuro e nel dopo calcio se dovesse servire perché è l'unico modo che conosco per arrivare a dei risultati con la felicità di aver sofferto, speso e aver gettato il cuore oltre l'ostacolo. Questo va oltre soldi, notorietà e coppe, è la cosa più bella che mi ha dato la Juve. La ringrazierò di tutto. Per sempre."

FUTURO  - "Fino a due settimane fa pensavo di smettere, oggi sono arrivate offerte importanti sia in campo che fuori. Quella fuori dal campo me l'ha fatta anche il qui presente Andrea. Al termine della settimana prenderò una decisione definitiva e certa che sarà quello che urla la mia indole e la mia natura."

ANNATA - "E' stata una stagione stancante. Già da novembre ci siamo fatti carico di un peso enorme che è stato il fallimento del mondiale. Ci sono stati bassi clamorosi e inaspettati e picchi incredibili. Anche la razionalità a volte è venuta meno. Qualche perplessità di vincere lo scudetto dopo Juve-Napoli c'era. Dovevamo capire se eravamo ancora noi o se ci saremo disuniti nel finale di stagione. Per l'ennesima volta abbiamo dato una risposta incredibile. La prossima settimana sarà quella delle decisione definitive. Fino a 15 giorni fa ero un ex giocatore e lo avevo accettato con la massima serenità. Qualsiasi cosa capiterà voglio essere felice e sereno. La programmazione è importante e capisco la Juve. Io volevo solo finire nel miglior modo possibile. Szczesny poi è bravo almeno quanto me."

JUVE - "La migliore di sempre? Non lo posso dire perché mancherei di rispetto a chi ha vinto qualcosa di più importante di noi. E' la Juve più solida, testarda e continua e questo lo dicono questi anni di successi."

ITALIA - "Per un'altra squadra italiana non se ne parla. C'era qualcosa di romanzato, come un ritorno al Parma ma non accadrà."

INFORTUNIO - "Quando mi sono fatto male alla schiena tutti pensavano, giustamente, che avessi finito la carriera, ho trovato la forza per far diventare unica questa grande carriera. Sapevo che dovevo soffrire e sudare. Questo tipo di sfida e obiettivo ha fatto si che a distanza di 8 anni siamo qui con tanti trofei in più vinti e tanta soddisfazione in più. All'epoca era impensabile anche per me ma io mi nutro di sogni e ambizioni. Questa è l'essenza della vita per me. Non importa se la vinci o se la perdi. E' bello battersi. E' questa l'essenza della vita."

SENTIMENTI - "Mi sento gratificato per sentire tutta questa vicinanza da parte della società, dei miei ex compagni e delle persone vicine a me. Non ho paura, ho la paura giusta, una cosa moderata come capita a tutti quando c'è un cambio di vita e abitudini. Come ho detto prima vivo di questo e anche per levarmi da zone di comfort in avventure più complicate che non conosco. Questo è un modo per pesarsi. Le sfide non mi hanno mai fatto paura."

Agnelli: "Abbiamo parlato del futuro con Gigi, qualsiasi inizio necessità formazione. Quindi abbiamo parlato di un primo anno di formazione per capire la gestione di un club a 360 gradi dopo quel primo possiamo capire la direzione giusta. Vale per Gigi e per qualsiasi dipendente di una società."

NAZIONALE - Torna a parlare Buffon: "Per quanto riguarda il fuori campo credo che stare in società significa capire quelli che possono essere gli interessi predominanti e quindi il tipo di indirizzo specifico da prendere. Se Buffon era diventato un problema tre mesi fa non oso pensare cosa posso essere ora. Non voglio diventi qualcosa di complicato da gestire e qualcosa da cui mi voglio tenere lontano perché non penso di meritarlo. La nazionale ha giovani portieri che devono fare le loro esperienze."

ADDIO - "Decido in base alle percezioni e all'importanza che posso avere in un certo progetto oltre che gli stimoli e il mio stato di forma fisico. Non devo lasciarmi condizionare dall'impeto e dall'esaltazione del momento. Non sono uno che crede sia giusto finire la carriera in chissà quale campionato di terza o quarta fascia. Sono un animale da competizione in quel contesto non potrei vivere e  non mi sentirei a mio agio."

RICHIESTE - "Sono orgoglioso ma per il tipo di carattere che ho non voglio mai deludere chi ha fiducia in me. Quando avrò la certezza di intraprendere un altro ruolo voglio farlo avendo tutte le conoscenze del caso. Sento forte il senso del dovere e della responsabilità. Non voglio tradire la fiducia degli altri."

UEFA - "Per quella che potrebbe essere una squalifica per il dopo Madrid credo sia giusto e normale quello che è accaduto in campo, non ho capito l'espulsione. E' evidente che nel post gara abbia esagerato. Mi spiace perché in 23 anni di Champions non sono mai stato squalificato. Ho sempre avuto una condotta educata. Era una situazione particolare e a distanza di giorni ho detto che il Buffon di quella sera con i sentimenti e l'animo dilaniato di quella sera non poteva che dire quelle cose. Passati due giorni mi è dispiaciuto aver tra virgolette offeso l'arbitro che è un essere umano che fa un lavoro difficile. L'avessi visto due giorni dopo l'avrei abbracciato, gli avrei chiesto scusa ma avrei ribadito i concetti dopo una partita così importante per la Juve e per me."

ESTERO - "La Juve per me rappresenta la mia famiglia e io sono percepito come tale, questo mi onora. Devo anche dire che la Juve è una società che programma il futuro. Il futuro della Juve è come il presente e il passato: vincente. Se un giorno sarò un elemento sul quale fare affidamento per dare qualcosa alla cosa la Juve ha la precedenza su tutto. Non deve essere un'imposizione o qualcosa che mi spetta di diritto. Per me la Juve è pari nei miei confronti, un gesto in più sarebbe qualcosa di molto bello per me."

VIA DAL CALCIO - "Rianalizzando la stagione mi sono dimenticato un dettaglio da non sottovalutare. Emotivamente febbraio e marzo sono stati mesi complicati. L'elaborazione del ritiro ti tocca dentro. Da aprile sono tornato ad essere leggero, fiducioso e felice come lo sono stato nei giorni migliori e questo grazie anche all'appoggio di tutte le componenti. Anche col presidente ho pensato che in caso di ritiro anche sei mesi sabbatici non mi farebbero male."

ESTERO - "Ho detto che ho ricevuto qualche proposta molto interessante fuori campo. La prossima settimana, a bocce ferme, ed in una situazione emotiva tranquilla deciderò il meglio per me. Ora fare totosquadre e totocampionati non ha senso. Se continuo è perché ho l'ambizione di lottare ancora per grandi traguardi. E' l'unico modo in cui concepisco lo sport."

SZCZESNY - "Eredità più grande? Tek è un ragazzo intelligente che sin dal primo giorno, oltre all'aspetto tecnico, era anche incuriosito dal modo in cui si sta in uno spogliatoio come quello della Juve. Oltre me ha avuto anti ottimi esempi dai quali attingere e maturare. Parlo di Giorgio, Barza, Marchisio, Khedira, Licht."

SABATO - "Me la immagino come una giornata pregna di sensazioni. Sentire che sono stato sempre percepito come uno della Juve e come uno da Juve. Per le celebrazioni non sono un soggetto adatto. Già da bimbo non mi piacevano i compleanni per non sentirmi al centro dell'attenzione. Per me tutto quello che c'è stato e ci sarà fino a sabato sarà il ricordo più bello. Non ho bisogno di altro tipo di manifestazioni perché ne ho già avute tante."

JUVE DA VICE - "Con Andrea abbiamo davvero parlato di tutto in questi sei mesi. Come dicevo prima un giocatore come me che si è sempre professato juventino e che ha sempre sottoscritto con forza il modo di programmare con la Juve secondo me è cosa buona e intelligente capire quando è il momento. Questo è importante. La Juve ha un portiere che vale me ed ha 27 anni. La mia presenza lo costringerebbe a paragoni inutili che mi metterebbero a disagio.  La fine è stata così bella e condivisa che più di così non posso volere. Ci tengo a sottolineare il grande accompagnamento di amici e compagni."

FINE CICLO - "Se pensassi una cosa così vorrebbe dire che non ho capito la Juve. Prima di me ci sono stati grandi portieri e se io avessi la presunzione di pensare che la Juve senza di me chiude un ciclo sarei da rinchiudere. La forza della Juve è la famiglia. Io sono stato una piccola parte di questa famiglia. Si sapeva che prima poi avrei dato l'addio, non si sono fatti trovare impreparati e continueranno a vincere arrivando anche a cose più ambiziose."

CHIELLINI - "Sarà il prossimo capitano. Non posso dargli consigli. Con Giorgio abbiamo vissuto in simbiosi per 13 anni nello spogliatoio e in campo. Abbiamo sviluppato anche con esperienza e maturità la modalità con la quale si arriva a dei risultati. Giorgio incarna alla perfezione quello che deve essere il capitano della Juve. Posso fargli un in bocca al lupo ricco di affetto. Tra i traguardi che ho raggiunto c'è anche quello dell'imbattibilità. Quel record lì non è merito mio, sono stato un ventesimo e gran parte di quel record lo devo ai miei compagni. Chiello è sempre stato un punto di riferimento e una certezza. Non mi farà rimpiangere. Nazionale? Non  sarò in campo a Torino il 4 giugno. Come ho detto poc'anzi la nazionale ha caratterizzato il mio percorso e la mia vita calcistica. Il meglio di loro me lo hanno dato mentre combattevamo per i traguardi. Non ho bisogno di attestati di stima, affetto e celebrazioni varie. Le persone vanno rispettate quando sono vive e non morte."

CASILLAS - "Non l'ho sentito. Ci tengo a sottolineare che forse per difetto mio nel valutare le situazioni è qualcosa di diverso. Qui ci sono persone che ti sono vicine e che pensano che quello che accadrà dopo sabato sarà la più giusta di tutti. Non so come Iker si è lasciato con il Real."

AGNELLI CHIUDE - Parla ancora il presidente: "Le bandiere esistono ma passa il testimone a una persona che ha già 13 anni di Juve. Gigi è timido, sono tante le persone che gravitano intorno alla Juve. Gigi ha fatto quasi il 20% del percorso della mia famiglia. Ci ha emozionato averti con noi."