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Era l'uomo a cui la Juventus si sarebbe dovuta aggrappare per mantenere vive le speranze europee, era il giocatore che nelle difficoltà mentali e tecniche di questa squadra avrebbe dovuto accendere la luce, come già era stato in grado di fare una settimana fa. Angel Di Maria non è però riuscito a ripetersi; complice l'infortunio al flessore che lo ha costretto ad abbandonare il terreno di gioco dopo appena 24 minuti. Ed è come se in quell'esatto momento, quando dopo lo scatto si ferma, si tocca la gamba e alza il braccio, la Juventus getta la spugna. La serata si era già complicata con il gol del Maccabi Haifa dopo appena sette minuti ma l'uscita del Fideo è stato il colpo del ko definitivo. Non che una squadra come la Juve in linea di massima non possa recuperare una partita contro il Maccabi quando ancora mancano 70 minuti di gioco ma la squadra di cui stiamo parlando ha dimostrato una fragilità intrinseca tale da non riuscire a reagire a un doppio pugno così.

La settimana di Di Maria rappresenta in pieno anche l'avventura dell'argentino a Torino. Illusione, è questa la parola chiave dei primi mesi dell'ex Psg con la maglia della Juve. I tre assist nella partita di andata contro il Maccabi che sembravano l'inizio di una nuova stagione con Di Maria finalmente al centro della squadra e a disposizione. Poi la serata di ieri che cancella quella speranza, sia per il risultato che per il fatto che l'argentino dovrà stare nuovamente fuori aspettando gli esami per capire quanto. Un po' come illusorio era stato l'inizio, con il gol e assist al debutto in campionato prima del problema agli adduttori che lo hanno costretto a saltare le partite successive.

Una partenza macchiata anche dall'espulsione contro il Monza e la conseguenza squalifica di due giornate. Non a caso, in due delle sconfitte più pesanti - per avversario e importanza - degli ultimi anni, Angel è uscito anzitempo, ieri per infortunio, a Monza per il cartellino rosso. Con Pogba fuori, toccava a lui trascinare questa squadra ma per colpe anche non sue, lo ha fatto solamente a tratti. E forse è proprio questo l'errore di fondo; Di Maria, a 34 anni e con un contratto di una sola stagione, non  sarebbe dovuto essere il trascinatore ma l'uomo in più che regala qualche magia quando sta bene.