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"Non merita di finire un'annata così. Io ho cercato di fare tutto il possibile e immaginabile per dare una svolta a questa squadra, caricarla e tirar fuori tutto il possibile. Ma oggi questa squadra è troppo fragile caratterialmente e mentalmente, non riesce ad esprimersi". Era iniziato così il discorso di Marcello Lippi, che risale al 1999 ma che in queste ore è tornato prepotentemente in tendenza su Twitter. Sì, principalmente perché lo storico tecnico Juve spiegava: "Se il problema sono io ho deciso di dare le dimissioni. Vediamo questa squadra senza il problema Lippi, se è lui con tutto quello che comporta e ha comportato in questi due mesi dopo l'annuncio dell'addio ufficiale, se questa fragilità che si è creata è per quello. Per una squadra che non riesce a ribaltare niente, a fare niente di ciò che sa fare, siccome non merita di finire così, mi prendo tutte le responsabilità e vi saluto". 

Ecco, dimissioni. E' questo che i tifosi della Juventus, almeno buonissima parte, il resto sono divisi tra permanenza (pochi) ed esonero (molti di più) chiedono ad Allegri. Un addio per scelta, un addio responsabile per una squadra che - analogia con il passato - appare fragile e svuotata, soprattutto di testa e caratterialmente, ma che soprattutto fatica ad esprimersi come sa e può fare. Un passato che ritorna, anche se va specificato per dovere di cronaca come il Lippi dimissionario avesse già annunciato l'addio alla Juve per una nuova esperienza. Situazioni quindi simili, non uguali, con un finale... da scrivere, ma che al momento non sembra essere lo stesso, anzi.