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Su Il Corriere dello Sport, Francesco de Core commenta lo scivolone social di Ronaldo: "Definire il tampone una inezia, nel contesto di una pandemia planetaria che purtroppo sta piegando anche buoni esempi e buone pratiche, è il segno tangibile di un distacco dalla realtà che si nutre di impunità e di arroganza, non del senso di responsabilità che pure dovrebbe muovere le azioni (in campo e fuori) di Ronaldo. Si potrà obiettare: Cristiano è un calciatore, non un politico né uno scienziato. E’ però un atleta da oltre 240 milioni di follower su Instagram, il personaggio più seguito del pianeta. Due parole sue possono smuovere montagne, ben più di una raccomandazione di un virologo o dei provvedimenti di un capo di governo. Ronaldo chiede di vivere secondo regole autarchiche, da monarca quale crede di essere. Si rivolge in maniera sprezzante al rappresentante dello Stato che lo ospita (il ministro Spadafora) solo perché quest’ultimo si era permesso di criticare il suo comportamento in violazione di una norma (l’uscita anticipata dalla bolla Juve per raggiungere il Portogallo); decide che il Covid è poca cosa solo perché lui (fortunatamente, per carità) gode di ottima salute mentre il mondo intero arranca, non sapendo quali misure sperimentare oltre il lockdown, aspettando la panacea del vaccino. Verrebbe da chiamarla la irresponsabilità dei numeri primi".