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"Ci sono dei giorni in cui sembra che la Juventus e Ronaldo giochino per due obiettivi diversi, una per vincere e l’altro per gonfiare i suoi numeri, dare corpo a una gloria che sia solo sua". Così comincia l'analisi di Repubblica, che prosegue: "Perciò ieri gli juventini erano contenti per aver battuto il Genoa mantenendo un faticoso equilibrio tra le virtù (il primo tempo in generale, con la bella rete di Kulusevski) e i vizi (la prima metà della ripresa vissuta nel terrore della rimonta), invece Cristiano era irritato per non aver fatto gol, per averne sbagliati un paio (clamoroso il palo preso da due metri prima che Morata segnasse il 2-0) e per non aver lasciato un segno sulla domenica. Il calcio è un gioco di squadra, e siccome la sua ha vinto avrebbe dovuto esserne contento. Macché".

E ancora in chiusura: "Cristiano vuole una delle poche cose che gli mancano, il titolo di capocannoniere nel campionato italiano: è per quello che sta giocando, calamitando su di sé le attenzioni. Questa squadra sembra però seguire un percorso di formazione parallelo, ma non intrecciato, a quello di Ronaldo".