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Beppe Bozzo, agente tra gli altri di Federico Bernardeschi, esterno d’attacco della Juve, ha concesso una lunga intervista a calciomercato.com, durante la quale ha parlato del possibile addio ai bianconeri del suo assistito e delle critiche piovutegli addosso da parte di alcuni tifosi.

SUL FUTURO - “Io non ho incontrato dirigenti di altre società. L’unico discorso che saltò fuori fu con il Barcellona, più uno scambio di idee che altro. A Federico dà fastidio leggere che se ne potrebbe andare. Ma sa due cose. Primo, che, soprattutto in una fase come questa, le speculazioni giornalistiche abbondano. Secondo, che non ha nessuna intenzione di lasciare la Juve. Io non sono un tecnico, perciò non mi permetto di dire quel che deve fare Sarri. Dico che giocando tre volte alla settimana, ed essendoci poi la Champions, di spazi ne dovrebbe trovare". 

POCA CONTINUITA’ - “Io dico che ha sempre fatto bene, sia quando ha cominciato la partita, sia quando è entrato per avvicendare qualcuno. Se si guardano i risultati lui è sempre stato in campo quando il risultato è cambiato in meglio”

SUL RAPPORTO CON SARRI E LA DIRIGENZA - “La Juve lo ha sempre difeso e non c’è stata partita, anche quelle in cui è stato fischiato da una parte del pubblico, nella quale Sarri non abbia riconosciuto la sua utilità. L’allenatore ha detto che solo nel tempo vedremo il vero valore di Bernardeschi".

SUGLI ATTACCHI DELLA CRITICA - "Se si discute uno come Federico vuol dire che il calcio è finito. Io penso che con la personalità e la forza d’animo, oltre che quella fisica, i veri valori vengono fuori. O qualcuno davvero crede che la Juve abbia speso quaranta milioni per lui, strappandolo ad una sfilza di altri club, e adesso dica che si è sbagliata? Piuttosto il discorso è un altro, cioè che Bernardeschi si è dovuto adattare ad un sacco di ruoli diversi dall’esterno qual è. Io dico che siamo di fronte al paradosso: in nazionale è titolare, è apprezzato dall’allenatore e benvoluto da tutti, mentre altrove lo si contesta".

SVOLGERE PIU’ RUOLI - "Bernardeschi è un generoso dentro e fuori dal campo".

BERNARDESCHI DAL PUNTO DI VISTA UMANO - "Sensibile, intelligente, con una grande attenzione a determinati valori che gli sono stati trasmessi dai genitori. Un ragazzo fuori dal comune. Ama viaggiare, ma anche spaziare, sa tante cose e quando ne parla non delude mai".

COSA HA CAPITO ALLA JUVE? - ”Ha capito che c’era bisogno di uno che si sacrificasse e lui non si è tirato indietro. Ha fatto il mediano, la mezza punta, ha corso per tutti e ha finito le partite sfiancato. Ha fatto di necessità virtù secondo i bisogni della squadra. Io dico che i tifosi lo dovrebbero ringraziare".

BERNARDESCHI SI ASPETTAVA DI PIU’ DALLA JUVE?  - ”Quando giochi per certi club sei tu che devi dare qualcosa di più, la Juve vuole essere prima in tutto. Però se si chiede all’interno della società, dal presidente Agnelli all’ultimo dei dipendenti, quanto Bernardeschi sia da Juve tutti diranno che lo è completamente".

SUL RITORNO IN CAMPO - ”Si ricomincerà sicuramente e sarà un finale di campionato bellissimo, una specie di Gran premio di Formula 1 con tante safety car, rappresentate dal virus, in pista. Finire è importante anche per i club poter fatturare i diritti televisivi. E poi c’è la funzione sociale. Il calcio, oltre che un’industria, è passione, svago, divertimento. Ci manca da morire. Anche se ho una convinzione: il virus scomparirà solo con la scoperta di un vaccino, quindi per portare a termine la stagione si dovranno mettere in calendario tante soste. Ecco perchè ho parlato di safety car".

NUOVA STAGIONE NELL’ANNO SOLARE? - ”Ovviamente sì. Sarebbe logica e vantaggiosa".