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"Subito le scuse per l’uso narcisistico della prima persona singolare: è quasi obbligatorio quando si riferisce di cose personali assai. Come quello che dissi quando, estate del 2018, Cristiano Ronaldo venne ingaggiato dalla Juventus che prelevò dal Real Madrid quel portoghese impegnato con l’argentino Messi nella gara a essere il miglior giocatore del mondo. In una intervista rilasciata da me a radio Viola News, trascritta da altre testate, dissi - e le parole furono virate in un testo scritto - che c’era il forte rischio che si trattasse del “pacco” del secolo, anzi del millennio. Pacco, in buon italiano fregatura. Il perché era secondo me legato al costo altissimo (300 milioni fra cartellino e ingaggio), all’età “spinta” per un atleta (33 anni), alla finalità implicita e pesante dell’acquisto: vincere quella Champions League che Ronaldo aveva vinto una volta con il Manchester United e quattro con il Real. Mi astenni da ogni moralismo sui molti soldi spesi: non che il calcio sia superiore a certi esercizi di etica facile, ma di fronte al popolo bianconero entusiasta ed alle alte vette non solo pecuniarie ma anche affettive e nobili frequentate dal club nella sua grande storia, mi parve che l’operazione «ci stesse». Ne discussi la validità, insomma, e non la moralità". Lo scrive Gian Paolo Ormezzano sul Corriere della Sera.