commenta
Col sorriso, il calcio più vero. Vitali Kutuzov si racconta a IlBianconero.com, ma soprattutto parla di quel Cristiano Rolando - per i dettagli sulla trattativa, LEGGI QUI - che a soli 17 anni si affacciava al grande calcio con la maglia dello Sporting Lisbona. Ecco: proprio come lui, proprio come Vitali. A quei tempi in prestito in Portogallo dopo aver assaggiato la maglia addirittura del Milan.

In esclusiva a BN, Kutuzov racconta: "Non pensavo potesse diventare così forte, era solo un ragazzino delle giovanili. C'era tanta qualità, ma caratterialmente era ancora troppo acerbo per darne un giudizio". Tra aneddoti, ricordi e mille sorrisi, un'intervista da non perdere: ecco Cristiano, prima di Ronaldo. Ecco - chissà - il prossimo acquisto della Juventus. 

Buon pomeriggio Vitali, chi era CR7 quando giocava con Lei allo Sporting Lisbona?
Abbiamo iniziato insieme, eravamo due giovani ragazzi. Io avevo 22 anni, arrivavo dal Milan; lui solo 17, era stato aggregato dalle giovanili. Abbiamo condiviso tanti momenti, tanti ritiri. Anche casa insieme. Lo ricordo come un ragazzo normale, come tanti. Qualche mania particolare sui capelli, sì: gli piaceva un taglio un po’ più particolare, come se gli desse forza. Ma poi madre natura ha fatto il resto.

Il lavoro ha fatto la differenza?
Non saprei. A quei livelli lavorano tutti molto forte, poi il talento ce l’hai o non ce l’hai. Se s’intravedeva già il leader? No, assolutamente. Era un ragazzino, e poi quello Sporting aveva giocatori importanti, su cui appigliarsi. Cristiano non aveva bisogno di essere leader.

Cos’è cambiato e quanto è cambiato, allora?
Il passaggio a Manchester è stato fondamentale per lui. Lì è diventato un giocatore completo, sicuro di sé. Oggi non è più il Ronaldo esplosivo di prima: anche allo Sporting era diverso, era un giocatore che puntava dalla propria metà campo e arrivava dall’altra parte saltando l’uomo, dando qualità alla manovra. Adesso è un centravanti che fa gol, e credo che – quello del ruolo – sia un aspetto di sé e del modo di giocare che ha voluto cambiare stesso lui.

Immagino che i ricordi siano tanti…
Era un ragazzo come gli altri, aveva sicuramente qualcosa in più. Ricordo ad esempio che comprò un Classe A, Mercedes. Aveva solo 17 anni, non penso neanche che avrebbe potuto guidarlo, e infatti lo lasciava a qualche componente della famiglia. Però Cristiano era così, era appunto un ragazzo con le stesse voglie, gli stessi desideri e la stessa testa. Aveva qualcosa in più: voleva vincere.

In allenamento che impressione Le dava?
In partitella faceva sempre di tutto per vincere, questo è un aspetto che l’ha sempre accompagnato. Si vedeva dall’esplosività e dalla voglia che metteva in campo. Le basi c’erano assolutamente tutte, poi ha fatto una grande carriera, con grandi calciatori. Non poteva che crescere in questo modo, anche e soprattutto in carisma.
 
Cristiano alla Juve. Pensi possa andare in porto? E cosa può dare Ronaldo a questa squadra?
Ronaldo è il plus definitivo per la Juventus, è quel qualcosa che può spingere la squadra a dire: ecco, ci sono, posso andare a vincere la Champions. Ci sono andati vicini diverse volte, ma con Cristiano possono riuscirci. Al posto di Higuain? Bella domanda. Non so francamente, ma qualcuno deve necessariamente fargli posto. Il problema è se si fa male, ha comunque 33 anni. Certo, se fisicamente è integro, non ci sono problemi d'alcun tipo: lui è lì per fare gol e li ha sempre fatti. L'affare comunque si può fare, la Juve ha talmente tanti soldi... lo scenario non è affatto inverosimile.

In Serie A servirebbe un Cristiano Ronaldo per risollevarsi dall’ultima ondata ‘depressiva’?
Servirebbero tanti Cristiano, non solo uno. E servirebbe soprattutto rivedere le regole: perché negli altri paesi è più facile portare extracomunitari? Certo, la regola sugli italiani può aiutare qualche giovane della Primavera, ma non dà qualità al campionato. Cristiano Ronaldo porta un giro d’affari importante, così dovrebbe accadere con altri grandi colpi. Se c’è un problema nella scuola Italia? No, la metto sempre al primo posto, basti pensare ad Antonio Conte…

A proposito: riuscirà Conte a liberarsi dal Chelsea?
E perché dovrebbe? Dal Chelsea nessuno vorrebbe liberarsi. Antonio Conte è un grande allenatore, chi lo giudica solo dal punto di vista della carica emotiva commette un grosso errore. La tattica per lui è fondamentale, è la ciliegina su una torta buonissima. Era un martello in allenamento, curava ogni minimo dettaglio. Al Chelsea ha ancora giocatori di grande qualità, potrebbe far bene.

Dulcis in fundo: dici Kutuzov, dici Bari.
Bari mi è rimasta nel cuore, si respira calcio in quella città. Arriveranno tempi migliori, ma qualcosa sta già cambiando. Vediamo. Tengo tanto alla piazza…

Si ringrazia Vitali Kutuzov per la disponibilità. 

@Cricor9