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Calma. Anche se di questi tempi, con una partita ogni tre giorni, ce n’è poca. Ma per la crescita di Dejan Kulusevski è bene invocare la calma. Chi pensava che potesse replicare meticolosamente le giocate ammirate a Parma è rimasto deluso. L’inizio di stagione scintillante ha ingannato, perché lo svedese è lentamente arretrato nelle gerarchie della squadra, cedendo il passo alle classiche difficoltà di gioventù. Perché, in fin dei conti, è un classe 2000, pretendere che alla seconda stagione di Serie A possa prendere per mano una squadra storica come la Vecchia Signora è perfino presuntuoso. Ci vuole calma.

SALTO VERSO L’ALTO - 44 i milioni di euro versati poco più di un anno fa nelle casse dell’Atalanta. Tanti, il giusto per beffare l’Inter, ma calibrati alle sue potenzialità. Kulusevski rimane uno dei ventenni più intriganti nel panorama internazionale, che si è trovato comprensibilmente a fare i conti con la sua carta d’identità. Già è difficile irrompere, a 20 anni, in una squadra che vanta campioni del calibro di Cristiano Ronaldo, Buffon e Dybala, farlo in un periodo storico di cambiamento è ancora più complicato. In questi primi sei mesi all’ombra della mole è emerso tutto questo. SEGNALI POSITIVI CONTRO IL CROTONE - Devastante inizialmente, quando l’esuberanza era al massimo e Pirlo doveva ancora assettare la Juve. La parabola, però, ha curvato verso il basso quando la sua libertà di gioco si è scontrata con la tattica. Persino Cristiano Ronaldo l’ha digerita, l’acerbo Kulusevski un po’ meno. Pirlo ha deciso di impiegarlo stabilmente come spalla del portoghese, anche se il raccolto deve ancora dare i suoi frutti. Nelle ultime partite l’ex Parma è parso come un naufrago in mezzo ad un mare di movimenti, sponde ed inserimenti ancora da apprendere. Poi il confronto video con il Maestro, ieri contro il Crotone segnali positivi. L’impegno è stato visibile, l’intensità è migliorata, anche se la posizione in campo è ancora da perfezionare. Ed è un aspetto fondamentale per diventare più determinante nei momenti clou delle partite. L’abnegazione alla causa porterà gli effetti sperati, ma nel frattempo ci vuole calma, anche quando non è possibile aspettare troppo a lungo.