5
"Kulusevski? Bravo eh, ma la Juve è un top club, non il Parma". Frase sentita e risentita prima del debutto di Dejan contro la Sampdoria. Tutti smentiti sul campo. Subito. Sono bastati 90' allo svedese classe 2000 per prendersi la Juve e convincere Pirlo e il suo staff. Anzi, meno: 13. Tanti ne sono passati dal suo primo gol con la maglia della Juve, che corrisponde anche al primo stagione della squadra. Sei tocchi dall'inizio della partita e un gol: si è presentato così al mondo bianconero. A Torino è già partita la Kulu-mania: Dejan sempre e comunque. Già, ma dove?

VICINO ALLA PORTA - Più qualità, meno quantità. Più si avvicina alla porta e più può far male. Basta accentrarlo et... voilà, il gioco è fatto. Contro la Sampdoria ha giocato molto più vicino a Ronaldo perché non era ancora arrivato l'attaccante richiesto da Pirlo, dietro di loro Aaron Ramsey a inventare. L'ideale per il calcio-spettacolo che ha in mente il nuovo allenatore bianconero. Diverso è stato invece il ruolo di Kulusevski all'Olimpico contro la Roma. Lo svedese ha giocato molto (troppo?) largo sulla destra, con l'inserimento di Morata insieme a CR7 lì davanti. 

IL FLOP ALL'OLIMPICO - La differenza si è vista, perché oltre al colpo di tacco (bello eh) si è visto poco. Da esterno a tutta fascia ha convinto poco, tendeva spesso ad accentrarsi o a pressare i difensori giallorossi trovandosi spesso troppo alto con la fascia tutta scoperta. Poca fantasia e più corsa: il rischio è quello di non sfruttare al massimo le qualità di Kulusevski, che quando gioca vicino alla porta è molto più pericoloso e può inventarsi la giocata decisiva. Si trova decisamente più a suo agio vicino a Ronaldo, rispetto alla gara di Roma nella quale si è spremuto tanto correndo a tutta fascia, in un ruolo che proprio non fa per lui.