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La Juventus non ha ancora visto il vero Teun Koopmeiners. Il "giocatore totale" che aveva fatto faville all'Atalanta, convincendo Cristiano Giuntoli che lo monitorava da anni a un maxi investimento, sembra essere stato sostituito dalla sua "brutta copia" in questa prima parte di stagione, pur con gli alibi da non dimenticare di un'estate complessa - tra l'infortunio e il mese di preparazione saltato per via del burrascoso addio ai bergamaschi - e il problema alla costola rimediato a ottobre. Eppure Thiago Motta non rinuncia mai a lui, innanzitutto perché è convinto, giustamente, che l'unico modo per fargli trovare la forma migliore sia proprio quello di mandarlo in campo.



 

Perché Koopmeiners non rende alla Juventus


Come riflette Tuttosport, comunque, lo scarso rendimento in bianconero dell'olandese - che ancora non ha cancellato lo zero alla voce goal - può anche dipendere da una questione tattica: nell'Atalanta, infatti, Koop giocava alle spalle di due punte nel 3-4-1-2 o con un altro trequartista accanto nel 3-4-2-1, mentre ora è tendenzialmente da solo alle spalle di una punta. È vero che spesso il 4-2-3-1 bianconero diventa un 4-1-4-1, ma al classe 1998 si affianca un mediano che sale, di solito Khephren Thuram, non un vero trequartista o una seconda punta come quei giocatori con cui era abituato a dialogare in nerazzurro. 

 

Koopmeiners e il precedente di Nedved


La speranza, ora, è che Thiago Motta riesca a fare come Marcello Lippi con Pavel Nedved: ovvero trovare il modo di dargli una "spinta", magari aiutandolo con un ulteriore riferimento offensivo come quello che potrebbe essere rappresentato da Kenan Yildiz con i suoi tagli verso il centro. Altro, al momento, sembra non possa fare, con gli uomini a disposizione. 



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