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Juventus, Tudor ha già cambiato tanto. 3 elementi tattici che fanno subito la differenza
Questa Juventus è sembrata diversa. In cosa? In tre aspetti chiave. Il primo è stato il principio cardine del nuovo corso: la verticalità. L’esempio più chiaro è il gol di Yildiz. Un’azione diretta, immediata, nata dal gesto del mister che raccoglie il pallone e lo consegna subito a Koopmeiners, indicando con le mani la corsa di Vlahovic. Poi, Kenan si avventa sulla palla vagante, salta l’uomo e decide la partita. Nessun possesso sterile, nessuna attesa infinita alla ricerca dello spazio giusto. Anche perché, contro squadre organizzate e rognose, quello spazio spesso non si trova.
La difesa e i trequartisti
La Juve ha persino rischiato. Specialmente in difesa: uomo contro uomo, aggressiva, senza la paura che aveva caratterizzato l’ultima fase della stagione. Tudor ha scelto subito la difesa a tre, sfruttando gli uomini più adatti al suo sistema. Veiga sarà la prima fonte di impostazione, Kalulu ha il dinamismo per sganciarsi – a differenza di Gatti – e Kelly, pur con un certo timore reverenziale, ha un piede mancino che potrà diventare un’arma preziosa. Il primo clean sheet è stato portato a casa, ma il vero test di maturità sarà la Roma.
Un altro elemento di grande interesse è stato il ruolo dei trequartisti. Se questo sistema di gioco sarà davvero il vestito bianconero fino a fine stagione, allora l’interpretazione dei giocatori in quella zona di campo potrà fare la differenza. Yildiz, più centrale, può solo beneficiarne. Koopmeiners deve ancora crescere, ma l’idea sembra chiara: diventare più offensivi. Come? Con Kolo Muani, un giocatore di qualità che la Juventus deve sfruttare fino in fondo. E poi c’è Conceição, più seconda punta che esterno puro. Dargli continuità potrebbe essere la chiave per sbloccare un altro talento.
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