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L'obiettivo Supercoppa italiana sfuma nel modo più incredibile possibile al cospetto di un Milan che, al netto di una produzione offensiva prossima allo zero, ha trovato tempi e modi per segnare due gol nel giro di quattro minuti. Due lampi che hanno letteralmente ribaltato le sorti di una partita che sembrava ormai fortemente indirizzata su sponda Juve.

Pesa come un macigno, in tal senso, la serata no di Michele Di Gregorio, protagonista in negativo di quei cinque folli minuti che hanno cambiato la storia del match di Riyadh. Sul calcio di rigore di Pulisic, il portiere bianconero ha dato la sensazione di poter fare decisamente meglio sulla conclusione tutt'altro che irresistibile dell'attaccante americano.

Il patatrack è stato poi completo quando il suo errato posizionamento sul cross apparentemente innocuo di Musah è diventato mortifero per via della deviazione di Gatti. Una autorete sfortunata, senza dubbio, ma la collocazione Di Gregorio troppo al di fuori rispetto ai pali della porta zebrata ha indubbiamente fatto il resto, capovolgendo la trama di una serata divenuta inaspettatamente amara. Un'altra volta ancora.

Quattro minuti da incubo. Forse i peggiori della sua avventura alla Juve, ma probabilmente della sua carriera in generale. Due macchie indelebili che hanno impedito alla squadra di Thiago Motta di cogliere una vittoria che avrebbe avuto una valenza maggiore, dal punto di vista mentale, del solo raggiungimento di una finale. Purtroppo, non è andata così.



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