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Prima di sabato, erano cinque i giocatori che avevano preso il posto di Dusan Vlahovic a partita in corso, quando il serbo era stato sostituito per avere un minimo di riposo o, come nel caso del big match contro il Napoli, per sperimentare una strategia diversa (QUI LA NOSTRA ANALISI). A San Siro contro il Milan, di fronte all'infortunio del numero 9, è invece toccato a Weston McKennie e Teun Koopmeiners infilarsi a turno nello spazio rimasto vuoto e agire da finti centravanti, come si pensava che potesse fare in maniera più "naturale" Timothy Weah. 

 

I tiri in porta dei 'sostituti' di Vlahovic


Cosa è cambiato per la Juventus rispetto agli altri tentativi? Di fatto… niente, almeno dal punto di vista della produzione offensiva e poi della finalizzazione. Lo statunitense e l'olandese - quest'ultimo, si è scoperto oggi, era in campo con la febbre - non hanno mai tirato in porta, ma non diversamente, appunto, da quanto era successo con gli altri sostituti del classe 2000. Il discorso, infatti, vale anche per Francisco Conceicao (subentrato per 20 minuti contro l'Udinese e per 17 contro il Torino), Vasilije Adzic (22' contro lo Stoccarda), Samuel Mbangula (13' con l'Inter), Nico Gonzalez (7' con la Roma) e Timothy Weah (45' contro il Napoli e 22' contro il Lille). 

In vista della Champions, dunque, c'è da sperare che Vlahovic possa recuperare, quantomeno per avere un "vero" punto di riferimento lì davanti. In alternativa, Thiago Motta dovrà lambiccarsi per capire quale potrebbe essere la soluzione migliore.


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