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Altri tempi, altra musica, altro ambiente culturale e politico. È il 1986 e i CCCP, celebre gruppo punk italiano, escono con un album che si intitola: “Affinità-divergenze fra il compagno Togliatti e noi”. Cantano: “Fedeli alla linea, anche quando la linea non c’è”. Passaggio culto di chi del proprio pensiero fa trincea e non si sposta di un millimetro, frase che ci permettiamo di svuotare e poi riempire di nuovo di significato calcistico. Fedele alla linea come chi, a centrocampo, “sempre lì, lì nel mezzo” – per continuare con le citazioni -, deve dare equilibrio, deve essere testa e poi ancora muscoli, deve tenere botta per far sì che dietro di lui i compagni possano dormire sogni più o meno tranquilli e deve servire quelli davanti, affinchè non finiscano isolati. Oneri e onori di chi sale sul pulpito e dà il ritmo alla partita della propria squadra: lo sa bene Thiago Motta, lo sa bene anche Hans Nicolussi Caviglia.
 

Affinità

 
Le immagini sono diventate virali sui social e circolano veloci tra i tifosi della Juventus. Al primo giorno di allenamento alla Continassa, al termine della sessione, Thiago Motta si siede a terra e, sorriso in faccia, parla con gli stravolti Locatelli e Nicolussi Caviglia. Ieri un’altra immagine: il centrocampista aostano è piegato in due per la stanchezza, l’allenatore si avvicina, gli sorride e gli stringe la testa affettuosamente. In mancanza d’altro, ogni immagine dei primi giorni di pre campionato viene analizzata minuziosamente e ogni impressione rischia di essere esagerata. Ma, ecco, tra i due sembra esserci una discreta affinità. Data dal ruolo, data dalle qualità tecniche di Nicolussi e, probabilmente, dalle indiscutibili qualità umane del classe 2000.
 

Divergenze

 
Il feeling umano e tecnico è una questione, il contesto è un altro. E in questo contesto, in questa Juventus, Nicolussi Caviglia sembra non poter trovare spazio. La regia della Juventus 24/25 sarà firmata da Douglas Luiz, con quei compiti potrà giocare anche Locatelli, a meno che non venga definitivamente smarcato da questi. E poi c'è Nicolò Fagioli che ugualmente si candida per diventare cervello del centrocampo bianconero. Il centrocampista classe 2000 ha tutte le carte in regola per poter stupire e far cambiare idea a tutti, ma al momento è molto più probabile che vada altrove. Ha tutte le qualità – ancora -, per giocare con continuità, che alla Juve gli è mancata, e ritagliarsi uno spazio da titolare, da protagonista. Dopo tanta sfortuna, questa è la stagione dove provare a spiccare il volo.
 

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