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  • Juventus, Thiago Motta e Giuntoli: la verità su rapporto e fallimento

    Juventus, Thiago Motta e Giuntoli: la verità su rapporto e fallimento

    • Marco Amato
    L’immagine è sempre quella estiva, quella ai cancelli della Continassa. Quella dei gruppi organizzati della Juventus che di fronte il centro sportivo caricavano e applaudivano Cristiano Giuntoli e Thiago Motta. Era il loro progetto, pienamente condiviso, lo è stato nei momenti di gioia e in quelli di profonda delusione. E lo è stato anche nel fallimento, quando poi si è arrivati all’esonero.
     

    Thiago Motta e Giuntoli: le dichiarazioni dopo l’esonero

     

    Thiago Motta

    Le parole di Thiago Motta al Corriere della Sera:
     
    GIUNTOLI SI 'VERGOGNAVA'? - No. Non ho mai avuto la conversazione di cui si è scritto, mai. E mai ho avuto un litigio con il direttore, mai. Abbiamo parlato di come migliorare la squadra, come sempre, e lo abbiamo fatto con chiarezza e onestà, anche con opinioni diverse, come sempre si fa. Sono proprio queste bugie che non intendo lasciar passare

    MERCATO - Si, sono sempre stato in sintonia con il direttore per la definizione della rosa. Abbiamo Iniziato con una squadra che, per motivi sportivi ma anche economici, dovevamo profondamente cambiare lo non sono entrato nelle valutazioni economiche dei singoli giocatori, ma abbiamo sempre concordato le scelte volte a rinforzare la squadra.
     

    Giuntoli

    Le parole di Giuntoli in conferenza stampa:
     
    "Innanzitutto volevo ringraziare Thiago Motta e tutto il suo staff per il grande impegno profuso in questi mesi. Voglio anche fare chiarezza sul grande rapporto che ho con lui, che è e resterà di stima reciproca, rispetto e confronto quotidiano. Penso fortemente che possa fare l'allenatore a grandi livelli e gli auguro tutto il bene".
     

    Thiago Motta e Giuntoli: il fallimento è di entrambi

     
    Dichiarazioni, quelle di entrambi, che sembrano portare il sereno laddove sembrava esserci solo tempesta, per quel che riguarda i rapporti personali. Parole, però, che sottolineano una volta di più come il progetto fosse totalmente condiviso tra l’allenatore e il dirigente e che, dunque, il fallimento sia di entrambi.
     
    Ci sono tutti gli alibi del caso: dagli infortuni all’abbassarsi dell’età media, ma certo nessuno si sarebbe aspettato, a fine marzo, quando è arrivato l’esonero, una Juventus appesa al quarto posto e prematuramente fuori da Coppa Italia e Champions League.
    Fallimento da cui ripartire, da cui imparare. Thiago Motta lo farà altrove, mentre Giuntoli è e resta a capo dell’area sportiva della Juventus dove, adesso, il margine di errore è ridottissimo.
     

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