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 Uno ha già salutato e oggi farà le visite mediche con la nuova squadra, l’altro è in procinto di mettersi in viaggio in direzione Roma. Dean Huijsen e Matias Soulè lasciano la Juventus per provare a esplodere e diventare top player altrove. Tra le faglie che dividono il tifo bianconero crescono rigogliose le interazioni social per chi spara a zero, il discorso sui giovani è come limo che nutre ancor di più la polemica. Ma una questione è legittima e va affrontata: è solo questo il progetto Next Gen? Scovare talenti promettenti, valorizzarli e poi venderli? No, non è così.

 

Juventus Next Gen, non è il progetto ma il contesto


 
La Juventus Next Gen rappresenta uno step intermedio che permette ai calciatori di ammortizzare il salto dal campionato Primavera al professionismo, un inedito per il panorama italiano prima che ci pensasse il club bianconero. La Juventus Next Gen rappresenta uno strumento per abbassare i costi della prima squadra. La Juventus Next Gen può rappresentare anche uno strumento di valorizzazione economica dei talenti, una via per autofinanziare il mercato cedendo. Ma la Juventus Next Gen non è solo questo, non si può identificare semplicemente in questo. Bianco e nera è la Juventus, mentre la realtà presenta molte più sfaccettature, appiattire l’analisi significa semplificare oltremodo.
 
Per venire ai casi di cui stiamo parlando – che pur presentano delle specificità e quindi differenze tra di loro -, Huijsen e Soulè sono due eccellenze del percorso di scouting e valorizzazione fatto dalla Juventus. A pesare, per quel che riguarda la loro cessione, sono alcuni fattori oggettivi. Ci sono gli oltre 100 milioni di euro in meno che pesano sul bilancio, per la mancata partecipazione alla Champions League dell’anno scorso; c’è un mercato complicato da gestire e che vede Cristiano Giuntoli nel ruolo di un equilibrista in bilico tra sostenibilità e competitività, con l’obiettivo finale di dare a Thiago Motta una rosa che risponda alle sue esigenze e all’idea di calcio che vorrà proporre.
 
E quindi è il contesto a pesare in queste due cessioni che, certo, spezzano il cuore di chi ha visto questi giovani crescere a Vinovo e sognava di vederli protagonisti all’Allianz Stadium; ma non è per forza di cose la natura del progetto a determinare ciò. Ma l’impressione è che la Juventus quella linea verde voglia continuare a coltivarla: nasceranno nuove promesse e nuovi colpi di fulmine sportivi, la speranza è che possano crescere rigogliosi.
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