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La sensazione, forse anche un po' distratta dai risultati, è che non se ne stia parlando abbastanza. Di cosa? Dell'utilizzo di Teun Koopmeiners alla Juventus. Intanto, andiamo in ordine: a Udine, l'olandese è tornato in campo per 90 minuti ed è questa, la notizia più bella, quella che ci si porta a casa con un mezzo sospiro di sollievo. Poi: è già diventata la Juve di Koop? O questa parte qui è aperta per discussioni? Perché - tante - discussioni si potrebbero pure iniziare a fare. 


La serata di Koopmeiners in Udinese-Juventus


Koopmeiners è l'ago emotivo della Juve. E' il filo che unisce centrocampo e attacco. E' importante, a volte è indispensabile, in alcuni frangenti non lo trovi perché fa un lavoro supplementare che rasenta la perfezione. Eppure, nel tabellino, proprio non riesce a entrare. Nei suoi 39 tocchi all'interno della partita, c'infila l'85% di passaggi riusciti e poco meno di lanci accurati. Ha faticato nei duelli, ma era normale, considerato il problema avuto. Soprattutto: ha perso tanti palloni, ben 9. 

Sembra abbastanza superfluo constatare come l'olandese non sia uscito benissimo dalla sfida di Udine, ma allo stesso tempo come non esistesse alcuna aspettativa sulla sua prestazione. Semmai, la curiosità era legata appunto al minutaggio, alla condizione - che latita, ma tornerà - e a come tornava a cambiare la Juventus con Teun sulla trequarti. Bene: l'ha fatto, e ha dato più spazio praticamente al resto dei centrocampisti, più margine di manovra esterno per Yildiz. Che ragiona finalmente da sette. 


Il problema sotto porta


Tutto okay, se non fosse arrivata l'occasione nel finale sul mancino di Koopmeiners. Palla al piede e tiro che finisce addosso a Okoye, un filo più sollevato in una serata piuttosto sfortunata. Altra immagine-simbolo dell'inizio di campionato di Teun, alle prese con gli infortuni di campo, ossia gli errori, e quelli fisici. 

Ma cosa sta succedendo a quel talento strepitoso che con la Dea non aveva alcuna remora a farsi pure rifinitore di livello? Tre risposte, almeno tra quelle possibili. Uno: è solo un momento e lo scaccerà, ma questa è una visione piuttosto ottimistica. Due: è cambiato il suo modo di attaccare la porta, però non spiegherebbe l'ultimo errore. Tre: è a corto di lucidità per il tanto lavoro che fa negli altri settori del campo. Scegliete pure la vostra verità.



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