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Si è parlato di campo, nella conferenza stampa di vigilia della partita tra Juventus e il Napoli, ma il campo è molte cose. Il campo sono i moduli di partenza, la formazione, l’idea su come affrontare l’avversaria e le necessarie contromisure. E poi ci sono i dettagli, le marcature e i duelli uomo contro uomo. Rispetto a questo, una delle domande della conferenza di Thiago Motta è andata a indagare il trattamento riservato a Kvaratskhelia.
 

Conte Kvaratskhelia, le parole

 
Sul tema si era già espresso Antonio Conte:
 
“Odio il gioco violento, non è da uomo. Domenica è capitato un intervento, diciamo intimidatorio su Khvicha, e gli arbitri non devono aver paura di sanzionare anche dopo 30 secondi. Non credo che l’avversario volesse fargli male e neanche voglio pensarlo. Ma andava sanzionato per proteggere il gioco del calcio”.
 

Conferenza Thiago Motta, la risposta

 
Sul tema, Thiago Motta si è espresso così:
 
“Parlo dei miei, i miei non vanno per fare falli. Sono ragazzi sani che vogliono giocare al pallone. I miei non si buttano mai, stanno in piedi, cercano di rispettare il gioco. Per gli altri non posso parlare. In un contesto generale, ho sempre difeso il gioco. I falli pericolosi non vanno bene”.
 

Kvaratskhelia Gatti, il precedente

 
La sensazione è che l’elefante nella stanza – il tema grosso, non nominato -, fosse quello del precedente tra Kvara e Federico Gatti. Ripercorriamolo. Due stagioni fa, 23 aprile 2023, il Napoli vincerà a Torino al 90’ grazie ad una rete di Raspadori, ennesimo passo della squadra di Spalletti che porterà ai festeggiamenti per lo scudetto.
 
Nella prima metà del primo tempo, Federico Gatti entra in contatto con Kvara. È un contatto duro, un colpo alla testa, ai limiti del regolamento e probabilmente un po’ oltre. Luca Marelli si esprimerà così, su Dazn: “Episodio molto al limite, bisogna fare attenzione a dei particolari ovvero il pugno chiuso e il ghigno di Gatti. secondo me qui c'erano gli estremi per un on-field review per condotta violenta. Perché il gesto di Gatti non prende sul volto pieno l'avversario, ma è condotta violenta e si vede proprio dall'atteggiamento del difensore".
 

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