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La Juventus ha saldato il bond da 175 milioni di euro emesso nel febbraio 2019, durante un periodo di espansione seguito all'acquisto di Cristiano Ronaldo. In quei giorni d'oro, la squadra bianconera raggiungeva una capitalizzazione record in Borsa, superando il miliardo e mezzo di valore, ottenendo la fiducia degli investitori istituzionali e ottenendo un tasso di interesse del 3,375% sull'obbligazione. Ora, esattamente cinque anni dopo, con Torino che ha vissuto una serie di avvenimenti significativi, il club ha effettuato il rimborso del prestito, che includeva anche gli interessi accumulati nel periodo, pari a 5,9 milioni di euro.

 

Juventus, rifinanziamento del debito

 

Come ha precisato la società nel comunicato diffuso insieme alla semestrale al 31 dicembre 2023 (-95 milioni, con l'impatto negativo derivante dall'assenza dalle coppe, che ha inciso per 60 milioni), il rimborso del bond è avvenuto "mediante l’utilizzo di risorse finanziarie rivenienti da linee bancarie preesistenti e nuove, dalla cessione di crediti pro soluto e da linee a medio termine di factoring che prevedono la cessione pro-solvendo di crediti futuri relativi a diritti audiovisivi delle competizioni italiane assegnati per il nuovo ciclo quinquennale con inizio dal 2024-25". A tale scopo è stata effettuata, ad esempio, un'operazione da 35 milioni finalizzata a gennaio con cui si sono scontati crediti verso club esteri. Il club spiega che "l’utilizzo di tali linee e disponibilità comporterà la riduzione dell’indebitamento a breve termine e un corrispondente incremento dell’indebitamento a medio-lungo termine". È importante sottolineare che il rimborso non è avvenuto tramite equity, bensì rifinanziando il debito, un'azione temporanea utile anche per dare ossigeno alle casse.


 

Juventus, si sblocca l’indice di liquidità

 
Nella sua analisi, poi, Gazzetta.it si concentra sul tema dell’indice di liquidità:
 
Nel frattempo, il rifinanziamento del debito già concretizzato con il rimborso del bond dovrebbe sortire un altro effetto importante: il rientro nei ranghi dell’indicatore di liquidità che, se non rispettato, blocca le operazioni in entrata di calciomercato. Il parametro mette a rapporto attività e passività correnti, cioè relative ai 12 mesi successivi: valore non inferiore a 0,6. Nel caso della Juve, il bond in scadenza e i pagamenti ravvicinati per precedenti acquisti di giocatori appesantivano enormemente il denominatore. Rimborsata l’obbligazione e spostato il grosso dei debiti nel medio-lungo periodo, l’indicatore di liquidità bianconero sarà ormai rientrato nei limiti. Occhio alle date: per il mercato della prossima estate fanno fede i dati del bilancio intermedio al 31 marzo. È presumibile che la Juve si sia messa in linea con l’indicatore di liquidità senza dover aspettare l’aumento di capitale, per il quale ha posto come termine ultimo il 30 aprile.