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Perin a Cronache: ‘Il retroscena con Thiago Motta a San Siro. In questa Juve siamo tutti titolari, sono rimasto perché…’
Perin Juve, le parole
RUOLO DA LEADER – A San Siro il mister era venuto solo a chiedermi come vedevo i compagni in campo ed era molto felice perché stavamo occupando le posizioni come ci aveva chiesto e stavamo tenendo la partita come l’avevamo preparata. Mi sento un co titolare come tutti i compagni qui, siamo 24-25 titolari. Stiamo dimostrando che tutti possono giocare al posto di chiunque, una iper competitività che fa benissimo al gruppo. Si gioca troppo ma se hai una rosa ampia che si può alternare non ci saranno più giocatori che faranno 60-70 partite.
MERCATO – Sono uno dei più grandi, mi prendo delle responsabilità, quello che ho costruito in questi anni è una figura di affidabilità all’interno e alla fine i risultati arrivano. Anche altri anni ho avuto delle richieste che mi lusingano, ci sono state anche quest’estate, ma giocare con questa maglia e con questa pressione mi dà un furore agonistico che mi permette di venire al campo e continuare a migliorarmi. Giocare alla Juve mi ha dato l’opportunità di giocare finali e vincere trofei.
CAMBIAMENTO – La maturità, ma non rinnego la parte selvaggia. Mi ha dato equilibrio lavorare su di me dal punto di vista mentale, non c’è solo un Mattia. Mi piace ascoltarmi e sentire di cosa ho bisogno, 3-4 volte a settimane medito. La ricerca dell’equilibrio mi fa vedere le cose sotto più punti di vista.
MEDITAZIONE – Lo faccio in camera, isolato, mi prendo 20-30 minuti per meditare, faccio respirazione.
MENTAL COACHING – Me l’ha consigliata il mio agente Alessandro Lucci, ero in un periodo dove pensavo di smettere a 26 anni, dopo tanti infortuni. Ho imparato l’umiltà del lavoro su te stesso ed è una figata.
FALLIMENTI – Non c’è vittoria senza fallimenti, difficile vincere se non hai perso.
THIAGO MOTTA - Al Genoa è stato un anno, io ne avevo 16 e iniziavo ad andare in prima squadra, potevo solo ammirarlo come giocatore. Non pensavo diventasse allenatore, ma era presto.

LE CRITICHE ALLA JUVE - La vedo come un'opportunità, nei momenti di crisi si migliora e si dà il meglio, ovviamente devi lavorare, essere professionali e sapersi connettere tra noi, una cosa che già stiamo facendo e miglioreremo. Il mister ci dà grande serenità, sappiamo che abbiamo vissuto un periodo difficile per via delle assenze, non ci piangiamo addosso, a Lecce volevamo vincere e uguale con il Bologna, crediamo di essere un gruppo forte che deve crescere ma che deve passare per questi momenti. In questo momento dobbiamo seminare, so che la Juve è abituata a vincere subito, il più grande club d'Italia, i nostri tifosi sono abituati bene, ci vuole solo un po' di pazienza. Siamo un gruppo giovane e di grandi professionisti, i giovani sono davvero seri, e questo mi porta a pensare che raggiungeremo gli obiettivi.
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