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È iniziato tutto con l'Empoli, alla vigilia di un mese di febbraio che si sarebbe poi rivelato più difficile del previsto. Correva il 27 gennaio e probabilmente la Juve non immaginava che, dopo quel pareggio forse dovuto anche all'ingenua espulsione di Arek Milik, avrebbe dovuto attendere un mese per tornare - non senza fatica - alla vittoria, tra due sconfitte con Inter e Udinese, nonché una deludente X contro il Verona. Ma soprattutto allora era difficile pensare che da quel momento in poi la difesa bianconera non sarebbe più stata la stessa, con 6 gol subiti in 4 partite (a cui sommare appunto quello di Tommaso Baldanzi con l'Empoli). 
 

Juve, i numeri della difesa


Eppure i numeri sono lì da vedere, da analizzare. Perché è indubbio che da quel 27 gennaio, nel complesso di una squadra in difficoltà, quella stessa retroguardia che nella prima metà di stagione si era confermata il fiore all'occhiello della Juve abbia iniziato a imbarcare acqua da tutte le parti, non riuscendo più a a mantenere inviolata la porta di Wojciech Szczesny - comunque sempre sul pezzo - e incassando reti anche da avversarie decisamente meno quotate, in grado di creare difficoltà in ogni momento della partita.

E questo al di là degli interpreti, che tra problemi fisici e squalifiche si sono alternati senza che però il risultato in questo senso cambiasse. E la sensazione, ora, è che per tornare ad essere la "vera" Juventus la squadra di Massimiliano Allegri abbia bisogno di ripartire proprio da lì, da una difesa solida e organizzata, perché poi il gol in un modo o nell'altro - si legga: con questo Dusan Vlahovic - potrebbe anche arrivare. Da capire, innanzitutto, che cosa sia successo. Fondamentale, poi, intervenire subito.