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Anonima, spenta, affaticata. Si potrebbero trovare tanti aggettivi per la Juventus di questa sera, ma forse il più giusto è incompiuta. Il senso che lascia alla fine è proprio questo. Senza giocarsi a pieno la gara più importante dell'anno, rischia di veder svanire lo scudetto facendolo passare così, senza crollare, ma nemmeno combattendo troppo. E' mancata la capacità di fare quel passo in più per andare a prendersi un sogno grande davvero. 

La Juve è partita piano, è cresciuta nel corso della gara, ma poi si è persa nella confusione, terminando in pressing sì, ma senza costrutto. E dentro la partita, davvero, c'è stata poco. Un rimpianto, questo sì, pur riconoscendo all'Inter la capacità di giocare una gara matura, sbloccata su un episodio e poi condotta negli spazi e nelle ripartenze, che avrebbero potuto rendere il punteggio anche più ampio. E va ringraziato Szczesny se un filo di speranza al 90' c'era ancora. Un doppio miracolo a tenere aperte le porte del sogno, interrotto dal triplice fischio nella maniera più brusca: ko nel big match scudetto, Inter più lontana e il rischio è che possa esserlo in maniera definitiva. La differenza tra le due squadre è emersa chiaramente, perché Inzaghi è riuscito a far fare ai suoi ciò che la Juve ha dimostrato di saper fare in tante occasioni: blindare, massimizzare le occasioni, gestire. Se prima lo scudetto era una sfida ardua ma raggiungibile, ora si è trasformato in un'impresa vera, quella in cui solo i più audaci hanno la forza di credere.