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    Juventus, fermarsi all'atteggiamento non basta: ci sono mesi di difficoltà e errori

    Juventus, fermarsi all'atteggiamento non basta: ci sono mesi di difficoltà e errori

    • Andrea Ajello
    No, questo no. Una settimana dopo l'eliminazione in Champions League, la Juventus ha vissuto un'altra serata da incubo ma questa volta è ancora più grave. Perché non è certo questione di "livello", di forza degli avversari e abitudine a giocare certe partite. E' prima di tutto - ma non solo - questione di atteggiamento, quello che Thiago Motta aveva sempre elogiato alla squadra, anche nei momenti più difficili. Il tecnico questa volta non ha potuto "proteggere" i suoi giocatori. Ma ci si può davvero fermare all'atteggiamento sbagliato di una partita? No, bisogna guardare il quadro d'insieme. E lo devono fare società, squadra e giocatori, insieme e singolarmente. 

    La Juventus ha messo in campo una prestazione per più di un tempo senza senso contro l'Empoli. Senza senso perché non si può proprio spiegare razionalmente. In una  partita in cui ci si gioca l'unica possibilità concreta di concludere la stagione con un trofeo, i bianconeri offrono la peggior prova da quando Thiago Motta è sulla panchina bianconera. Sottovalutazione dell'avversario? Forse, ma come può una squadra che ha pareggiato in casa contro Cagliari, Venezia, Parma e fuori casa con Lecce ed Empoli, sottovalutare qualsiasi tipo di impegno? Di difficoltà fisiche non si può parlare visto che è stata proprio la prima parte di gara ad essere inaccettabile. Perin ha accennato alla possibilità che la squadra fosse anche "troppo carica" e quindi abbia sentito la partita. Non l'ha detto come certezza ma come una delle possibili opzioni. Spiegazione che non convince. Thiago invece ha parlato praticamente solo di atteggiamento, facendo capire l'unicità di quanto sia successo. 

    E' un'eliminazione che cambia tutto, non tanto per essere usciti dalla Coppa Italia, ma perché Juve-Empoli ufficializza che la squadra non è mai cresciuta, anzi. E, se non vogliamo credere alle favole, possiamo dire che non lo farà neanche da qui al termine della stagione. Troppi tentativi, troppe occasioni per mettersi alle spalle ciò che non ha funzionato e tutti i passi falsi fatti. Non sarà un quarto posto che può salvare la stagione sportiva della Juventus. Non sarà un finale di campionato di livello a poter cambiare realmente qualcosa. Ammesso che, in una situazione così, è difficile credere che saranno mesi diversi da quelli vissuti fino ad ora. Questa volta è mancato prima di tutto l'atteggiamento si e non è accettabile. Ma se fino ad ora c'era stato e la Juventus stava vivendo comunque una stagione così vuol dire che c'è molto altro. 

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