E questo, in realtà, ancora prima del fischio d'inizio del match contro il Como, con la scelta di lanciare subito Samuel Mbangula: un atto di coraggio, ma anche una decisione ben ponderata, frutto non di protagonismo o "eroismo" ma di settimane di attenta osservazione del lavoro in campo, quello disposto a premiare il merito. Stesso discorso per Kenan Yildiz, sicuro titolare già alla vigilia ma schierato a sorpresa in una posizione più accentrata, anche in questo caso per un motivo ben preciso, per essere più vicino a Dusan Vlahovic. E anche qui, scelta azzeccata. Perché il giovane attaccante turco, oltre a dimostrare di non temere la pressione per il nuovo numero stampato sulla sua schiena, ha fatto capire di essere perfettamente a suo agio in quella zona di campo, dove per gli avversari è praticamente impossibile fermarlo "con le buone". E poi l'impatto di Khephren Thuram, abilissimo davanti alla difesa a far valere la sua fisicità.
Se le questioni tattiche a volte lasciano un po' il tempo che trovano, il vero tema di giornata è forse quello di cui parlavamo in apertura: la sensazione lasciata questa sera dalla Juventus, in sostanza, è quella di una squadra più "quadrata", coesa e convinta delle nuove idee del proprio allenatore, oltre tutti i moduli e i ruoli prefissati (e Andrea Cambiaso, autore dell'ultimo goal di serata, ne è stato la testimonianza, con quattro ruoli ricoperti in 90 minuti). Vero, occhio ai facili entusiasmi perché l'avversaria non sarà stata irresistibile, ma una Juventus così non si è mai vista nel recente passato. E lo spettacolo è solo all'inizio...