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E' esattamente come le pagelle: non ci troveremo mai d'accordo. Ed è proprio per questo che è necessario confrontarsi. 

Che voto date, alla Juventus sul mercato? Qui vale l'8.5 maturato nelle ultime ore. Ma è stato un voto oscillante, un'onda strana. Che ha raggiunto picchi buoni e quelli meno buoni. Le montagne russe più belle e più spaventose degli ultimi anni. Se a qualcuno non è piaciuto tutto questo, allora siamo davanti a casi da approfondire. 

E' stato un mercato che ci ha fatto sentire vivi. Che ha fatto sentire vivissima la stessa Juventus, specialmente dopo quanto vissuto nella scorsa estate - e il solo arrivo di Weah, più Cambiaso che era stato già prenotato -, soprattutto dopo lo scossone di maggio. Quell'alzare al cielo una coppa e litigare anziché festeggiare. 

Siamo davanti a una rivoluzione compiuta, e a prescindere da quello che ci ritroveremo a commentare a maggio. Gli acquisti sono stati mirati e specifici, hanno vinto per caratteristiche la corsa alla Juventus, e non per il nome. Tanto quest'ultimo Thiago neanche lo tiene in considerazione. 

E allora perché non è arrivata la perfezione? Cos'è che c'è stato (pure) di sbagliato? Una somma di piccole cose. E situazioni. E insoddisfazioni. La gestione degli esuberi si è rivelata esattamente com'era stata pronosticata: impossibile. E sul groppone sono rimasti Kostic e Arthur, attualmente fuori rosa, mentre Djalò tornerà a far parte del gruppo. 

E poi: De Sciglio via, ma alle sue condizioni. Szczesny salutato con ricca buonuscita. Rugani sbolognato dopo giorni dal rinnovo. E... E Chiesa, inevitabilmente Chiesa: se n'è andato, sì, ma completamente deprezzato e svalutato. Cose che possiamo farci, al 31 agosto? Zero. 

Non bisogna avere paura della perfezione: non la raggiungeremo mai. Lo diceva Salvador Dalì, se l'è ripetuto costantemente Cristiano Giuntoli. Certo, con Sancho l'avrebbe sfiorata...