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Manca qualità, manca incisività, manca supporto. La Juventus delle ultime settimane ha palesato difficoltà nei risultati - ma non solo - come mai era accaduto in questa stagione. Dalla gara contro l'Empoli, condizionata a dire il vero dall'espulsione dopo 18' di Milik, all'Udinese, passando per l'Inter, è stato un breve ma pesante e inesorabile declino di prestazioni, punti ed entusiasmo. E così, in un attimo, ecco i problemi: l'attacco non segna, la difesa prende gol e il centrocampo è piano piano sparito. Fatica in intensità, in costruzione e anche in fase realizzativa, così la Juve non domina, non riparte bene e non trova la via del gol.

Locatelli, Rabiot e McKennie, il trio di centrocampo che finora ha sostenuto le volontà di Allegri e l'ambizione della Juve si è piano piano perso in un rallentamento che ora deve trovare la parola fine. Un po' spento, un po' spossato, un po' carente di alternative e forse anche di quella qualità che serve per andare con costanza a minacciare l'area avversaria. Del resto, è impensabile giocarsi grandi titoli senza avere un rendimento elevato nel centro del gioco. Ecco perché, a maggior ragione in una situazione così Carlos Alcaraz merita una chance immediata. Sì, Charly ha quelle qualità in grado di far saltare il banco. Tecnica, imprevedibilità e capacità di puntare dritto all'obiettivo, senza pensarci troppo. Meno ragionamenti, più concretezza e anche un pizzico di sana follia: anche per questo è stato scelto dalla Juve come rinforzo di gennaio. Ecco, il momento è arrivato. Il tempo per il famoso ambientamento, per le attese e i minuti centellinati non c'è. E prima che l'occasione di competere svanisca davvero serve una svolta, da ricercare tra chi non ha ancora avuto modo di mostrare ciò di cui è capace, almeno in bianconero. La chance giusta è già alle porte: Verona, la prima di Alcaraz in una Juve che deve uscire dalle difficoltà, con una personalità nuova e un carisma diverso, che parla argentino.