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E come se la scorda questa serata? E come si può dimenticare un esordio così? Da 3-0 a 3-3, la pazza notte di Montero, che spiegare è davvero complesso. Sì, perché stato un po' di tutto. E allora cominciamo. Sì, perché quando mai si è visto che un "traghettatore" sfidasse alla prima assoluta proprio il suo successore designato, quel Thiago Motta promesso sposo della Juventus?

Già questo basterebbe per raccontare i contorni di una notte strana, accompagnata dalla festa del Bologna, dai cori di una città intera che non vede l'ora di continuare una storica festa. Poi c'è la pioggia, battente e incessante, che in queste serate dà il suo tocco particolare. E poi c'è il campo, con un approccio sportivamente drammatico. La Juventus al calcio d'inizio semplicemente non c'è e la coreografia, con tanto di fuochi d'artificio, preparata dai tifosi rossoblù diventa la cornice perfetta (e scenograficamente bellissima) per il primo gol di Calafiori.


La reazione di Montero 


La reazione di Montero? Indicazioni e un po' di shock. Ma la sua Juve non si riprende. Subisce, subisce, e prende il secondo. Poi il terzo, annullato. Il primo tempo è difficile, una salita più ardua di quel Mortirolo che nel Giro d'Italia è tappa di questi giorni, e se questo è l'inizio non c'è da sperare in bene per il prosieguo. E infatti... ecco il 3-0, ad inizio ripresa. 

La Juventus era uscita dal suo torpore, spinta anche dalla carica del suo allenatore, ma ciò che non è bastato per accorciare, né per evitare il secondo gol, molto bello, di Calafiori. Notte fonda. Poi una piccola scintilla. Dentro Yildiz, fuori Gatti, tra i peggiori. Nemmeno così la Juventus cambia molto, almeno all'inizio. Motta dall'altra parte concede la standing ovation a Calafiori e, va detto, apre i varchi nella sua difesa. Proprio lì si infila Chiesa, che ora nel 4-3-3 parte da destra, buca in mezzo la coppia centrale del Bologna e fa 3-1. Montero spinge, la Juventus ci crede, ma nemmeno troppo.

Chi lo fa è il più giovane di tutti: Yildiz. Prima la punizione conquistata per il gol bellissimo di Milik, poi il suo 3-3, di foga, di volontà, di qualità. E via di corsa sotto la curva bianconera, tutti. Anche Montero per un pezzetto, poi si gira saltellando verso la sua panchina. Il sorriso è tornato, di pari passo con la sua celebre carica, mai persa per tutti i suoi primi 90'. La sua è una Juventus a due facce, di sofferenza ma anche di rivalsa. Sembrava un incubo, è stata solo una pazza notte. E per come si era messa, forse anche da ricordare.