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“Non si muore mai”, che poi è semplicemente un’altra declinazione del motto della Vecchia Signora: “Fino alla fine”. Lo scriveva sui social Alfonso Montero al termine di Bologna-Juventus, mentre il padre Paolo festeggiava il pari firmato da Yildiz in un match così ricco di intrecci e spunti da poterci scrivere almeno un saggio breve dal titolo “La Juve che sarà”. Ma se si alza lo sguardo oltre l’orizzonte fissato alla prossima stagione, si può intravedere una schiera di giovani di belle speranze che spingono per far parte dei capitoli futuri di Madama e, tra questi, c’è proprio Alfonso Montero che, certo, ha ancora bisogno di crescere e maturare; ma dalla sua ha la fortuna di avere un insegnante privato di tutto rispetto per quel che riguarda valori e significati dell’indossare la maglia bianconera.
 
Analizzare questa prima parte di carriera di Alfonso Montero, in relazione stretta a quella del padre Paolo, però, può portarci fuori strada, può farci condizionare dai sentimenti e dal romanticismo. Tocca isolare la storia del centrale difensivo classe 2007 che si segnala come uno dei talenti più promettenti della Juventus Under 17 – che ha dominato la regular season -, e di tutta la sua generazione. Non è un caso, infatti, che i top club europei, di tanto in tanto, bussino alla sua porta per chiedere informazioni. Porta che nell’ultimo anno hanno sempre trovato chiusa.


 

La stagione di Alfonso Montero

 
Montero, Leone, Giardino, Sosna, Mazur, Bibishkov, Merola, Lontani… e ci perdoni chi non viene citato. La Juventus Under 17 ha concluso il proprio campionato di categoria al primo posto e, domani, darà il via alla post season con il primo turno di playoff, contro il Bologna. Una stagione che ha messo in mostra i gioielli di famiglia di casa bianconera e tra questi Alfonso Montero che, all’occorrenza, ha anche indossato la fascia da capitano. È stato una colonna della squadra guidata da mister Claudio Rivalta, titolare quando è stato a disposizione con continuità, almeno fino a febbraio.
 
Sì, perché il 4 febbraio è arrivata la prima convocazione in Under 19, ma l’asticella si è immediatamente alzata: convocazione e maglia da titolare, a formare il trio difensivo insieme agli spagnoli Gil e Martinez. Da quel momento, 12 presenze nel campionato Primavera: bottino niente male per chi ha giocato 2 anni sotto età. Una promozione, la sua, ampiamente conquistata sul campo grazie alle sue caratteristiche mentali e tecniche.
 
Mentali, perché all’esordio contro la Lazio ci ha messo una decina di minuti per scrollarsi di dosso l’ansia del debutto. Uno, due, tre… dopo i primi interventi riusciti, dopo i primi passaggi azzeccati, la fiducia è cresciuta e Alfonso Montero ha dimostrato perché su di lui si sono accesi i riflettori. È un difensore centrale che all’occorrenza può giocare da braccetto nella difesa a tre e anche da esterno basso in una linea a 4. Interpreta il ruolo in maniera moderna: ha tempismo negli interventi difensivi, è bravo nell’uno contro uno ma, soprattutto, è dotato di grande tecnica. Se si vuole iniziare la manovra dal basso, un profilo come il suo è quello che fa sempre comodo avere in squadra. Come detto, ha giocato due anni sotto età, se paga qualcosa è dal punto di vista fisico: ci sarà tempo per strutturarsi anche in quell’aspetto, il tempo non manca, le basi su cui lavorare nemmeno.
 
 

Chi è Alfonso Montero, il profilo e i numeri

 

Il profilo

  • Data di nascita: 23 febbraio 2007
  • Nazionalità: Uruguay
  • Altezza: 1,83m
  • Ruolo: difensore centrale
 

I numeri

 
  • Presenze: 15 (U17), 12 (U19)
  • Minuti: 1.219’ (U17), 794’ (U19)
  • Assist: 1

 

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