La Juve, che ha fatto dell'Italia e della Serie A il suo principale terreno di caccia, ora vuole diventare più grande, e guarda all'Europa. Troppo poche due Coppe dei Campioni vinte in 63 edizioni della competizione. La storia però dimostra che sono rarissimi i casi in cui un club abbia vinto nella stessa stagione sia la Champions che il campionato: per fare un esempio, il Real Madrid ha conquistato le ultime tre Champions consecutive (quattro negli ultimi cinque anni), ma ha vinto solo due volte la Liga negli ultimi dieci anni. I tifosi della Juve sarebbero pronti a rinunciare in parte al dominio della loro squadra in Italia pur di festeggiare la tanto agognata Champions?
Un altro esempio è il Milan di Ancelotti: in otto anni, un solo scudetto e due Champions League. Tutte le energie dei rossoneri erano indirizzate verso il titolo di Campione d'Europa. Nel Milan berlusconiano era quello il traguardo principale, il campionato veniva dopo, nettamente. Ora, una Juve con la pancia piena in Italia, vuole mettersi su quella stessa lunghezza d'onda. Poi, è evidente che non basti prefissarsi un traguardo per poterlo automaticamente raggiungere.
Ma questo cambiamento di orizzonte, per la Juventus, è significativo. Perché comporta una vera e propria variazione nel DNA del club: Torino, la Fiat, gli Agnelli, l'impronta sabauda, l'ossatura juventina della Nazionale campione del Mondo nel 1982 e 2006. La Juve è questo, è sinonimo di Italia, di Serie A, di scudetto. Ha un'impronta nazionale. Milano è diversa: da sempre guarda all'Europa, al Mondo. Inter e (soprattutto) Milan hanno acquisito e fatto propria questa visione.
La svolta storica che la Juventus di Andrea Agnelli vuole fare è proprio questa: così come la Fiat è uscita da Torino e dall'Italia, anche la Juve vuole farlo. E Cristiano Ronaldo, che oltre a essere uno dei giocatori più forti del Mondo è anche un brand internazionale, è il biglietto da visite per presentarsi alla frontiera. Per mettere a tacere gli sfottò che hanno trasformato il motto bianconero #finoallafine nel coro di scherno #finoalconfine.
Il pegno da pagare per conquistare il Graal chiamato Champions League potrebbe però essere la rinuncia, in parte, al dominio interno. E quindi, juventini, la domanda è sempre quella: a quanti scudetti siete disposti a rinunciare, nei prossimi anni, per vincere la 'maledetta' Champions League?