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Il wattaggio dei riflettori che lo illuminano è tornato a crescere dopo il gol segnato in Germania-Turchia. D’altronde, Kenan Yildiz è abituato alle luci della ribalta già da giovanissimo ed è, soprattutto, uno che sa come caricarsi sulle spalle pressioni ed aspettative. Spalle larghe a 18 anni, può suonare come un ossimoro ma è la realtà: tra le tante qualità mostrate in campo dal classe 2005 c’è da aggiungere anche la personalità. E, ripensandoci con il senno di poi, aveva ragione quel gruppetto di tifosi che, circa un anno fa, andò a Vinovo apposta per vederlo, per poi affermare: “Ma questo è già da Prima squadra”.
 
Avevano ragione loro e ha avuto ragione il club. Un anno dopo Kenan Yildiz è un calciatore della Prima squadra della Juventus: a tutti gli effetti aggregato al gruppo di Allegri, con tanto di comunicato ufficiale a sottolinearlo. Però, per il calciatore turco, ad oggi, solo una manciata di minuti in Serie A.
 
Dopo la rete contro la Germania, diversi i tifosi che hanno puntato il dito contro Allegri per lo scarso minutaggio. Va anche detto che il tecnico livornese ha a disposizione un parco attaccanti tra i più completi nella massima serie: Yildiz ha davanti Vlahovic, Chiesa, Kean e Milik; non certo calciatori di seconda fascia. L’abbondanza è un punto di forza, ma per qualcuno può essere limitante, soprattutto se si gioca solo una volta a settimana.
 
Detto questo, è giusto che Kenan Yildiz vada via a gennaio. Certo, non a titolo definitivo. L’esempio Soulé dimostra che un prestito, anche se breve, può accelerare la crescita, mentre la panchina può bloccarla. Sì, ci sarebbe la Next Gen, ma Yildiz ha già dimostrato che, per il livello raggiunto, la Serie C non è più allenante. Salutarsi per poi riabbracciarsi più maturi: questa è la strada giusta.