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Martina Rosucci ha parlato in conferenza stampa dopo Lione-Juventus Women.

LIONE - "Il Lione è una squadra creata per vincere e lo sappiamo. Abbiamo fatto di tutto ma ci è mancato un po' di cinismo. Quando crei occasioni devi concretizzarle. Oggi nel primo tempo un gol potevamo farlo e se lo fai cambia tutto. Non voglio recriminare niente. Mi dispiace perché ci abbiamo creduto oggi e all'andata. In Europa siamo sempre un pochino penalizzate a livello arbitrale, era già successo l'anno scorso ed è successo di nuovo. Penso che certe cose siano state evidenti ma questo non toglie i meriti al Lione che è una grandissima squadra".

CAMBIO DI PASSO - "L'anno scorso uscire con il Lione non ci avrebbe fatto male e non ci avrebbe fatto arrabbiare, avevamo già fatto tanto ed esserci era sufficiente. Questa stagione è stato diverso perché siamo entrate tra le migliori. Sono molto arrabbiata perché io e le mie compagne ci credevamo tanto".

JUVE - "Io sono nata con questa maglia addosso. Sono qui dal primo giorno con questa squadra, giocare certe partite è un orgoglio grandissimo. Quest'anno ho giocato tutte le partite di Champions League dando tutta me stessa. C'era bisogno di portare in avanti la squadra gli ultimi minuti, secondo me potevamo fare un altro gol. È andata così, io ho cercato di dare tutto come ogni volta che scendo in campo con questa maglia".

IN CHAMPIONS - "Io penso che quello che abbiamo dimostrato noi in Champions quest'anno non l'ha dimostrato nessuna squadra italiana. Abbiamo davvero dimostrato di fare paura alle grandi: abbiamo eliminato il Chelsea e battuto il Wolfsburg fuori casa, abbiamo battuto il Lione. L'arrivo del mister ci ha dato la forza di credere in quello che siamo, ci ha dato consapevolezza. È stato fatto un grande lavoro ma è solo l'inizio. Vogliamo arrivare in alto".

RAMMARICO - "Quando si perde e si fa tesoro degli errori si cresce. Se noi non avessimo giocato tutte queste partite di Champions non saremo arrivate qui. Le mie lacrime erano perché ci credevo, credevo in questo obiettivo, che non era un sogno perché i sogni sono difficilmente realizzabili. Dobbiamo essere orgogliose di noi. Siamo arrabbiate perché ci credevamo, questo percorso ci ha portato a crederci. Penso che tutta l'Italia sia orgogliosa di noi e se non lo sono devono esserlo".