L'ERASMUS - Due anni in bianconero, due Scudetti collezionati e la rottura del legamento crociato. Inizialmente vissuta con tristezza e nervosismo ma che poi ha permesso alla giovane di fare uno step di crescita mentale importante. Dalla stagione seguente il prestito all'Hellas Verona Women, lo scoppio della pandemia e la stagione interrotta mentre stava recuperando la miglior condizione. Una stagione alla Florentia San Gimignano e infine una al Sassuolo. Interrotta a metà per la lesione del perone che la costringe a saltare gli Europei in Inghilterra (poi fallimentari per l'Italia).
E ORA? - Al termine della scorsa stagione la scelta di Stefano Braghin di far tornare alla base l'attaccante milanese classe 1999. Ora non indossa più la maglia numero 14 o 17 ma la numero 9. Nella serata di domenica 21 contro il Kiryat Gat Sofia ha esordito in Women's Champions League, prima volta assoluta. Esordio che non poteva essere coronato al meglio: al minuto 35 raccoglie un assist al bacio di Sara Bjork Gunnarsdottir e con un pallonetto supera il portiere prima di esplodere di gioia. Al termine della gara commenta: "Ero contentissima" e si nota, dal sorriso con cui saluta i tifosi al termine della partita, acclamata da tutti i presenti. Ora Sofia è tornata ed 'è tornata per restare'. La cessione di Lina Hurtig mette a disposizione ulteriore spazio alla giovane attaccante bianconera. Il sorriso della rete all'esordio, la lungimiranza della coppia Guarino-Braghin nel pescarla dal Fiammamonza. La grinta, la forza, la determinazione di Sofia, mai mancati nonostante le difficoltà, gli infortuni e l'erasmus. Il progetto Women funziona e Sofia è la dimostrazione. La ragazzina ancora minorenne che andava a vedere il Brescia di Rosucci, Girelli e Bonansea ora condivide lo spogliatoio con loro, perchè in fondo sognare non costa niente. La piccola Sofia ha sognato e ci ha creduto, ora è arrivata ed è il presente, ma soprattutto il futuro della Juventus.