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A Juventus TV ha parlato Stefano Braghin, Head of Juventus Women. 

FINO AD ORA - "Bilancio? Molto buono. Soprattutto ​ nel nostro percorso in Italia dove abbiamo centrato tutti gli obiettivi che ci eravamo dati. Chiaro che mancano i due obiettivi principali che sono ancora in gioco: il campionato e la Coppa Italia, che naturalmente possono cambiare drasticamente la valutazione di questa stagione. Se fino ad ora il cammino è stato importante, tutto questo potrà avere un senso in base a quello che accadrà nelle prossime 6 o 7 partite. Il calcio delle volte ha dei tempi particolari, per cui si rischia di trovare una situazione come la nostra dove in 6/7 gare possiamo dare un senso ad un percorso di 6 o 7 mesi".

CON IL SASSUOLO - "L'avversaria ​più difficile da affrontare in trasferta. Tra le mura amiche ha fatto 7 vittorie e 1 pareggio, non perde da febbraio 2020 quindi andiamo in un campo molto ostico. Questi numeri, interpretati, ci danno lo scenario di una gara difficile. Il Sassuolo è formato da grandi individualità, non solo offensive ma anche difensive, come Martina Lenzini, che è il capitano ed è una giocatrice di nostra proprietà".

CON LA ROMA - "Evidenziati i punti deboli. ​ In Supercoppa eravamo riusciti a vincere grazie alle capacità individuali delle nostre calciatrici: sono convinto delle difficoltà di questa gara. Ci conoscono bene, abbiamo toppato le ultime due gare con loro, ma il nostro staff tecnico saprà trovare le giuste contromisure".

PROFESSIONISTE - "I​n questo momento c’è una delibera che lo rende operativo dalla stagione 2022/2023. Mancano molte altre cose, ma il professionismo è stata una grande conquista per le nostre calciatrici. Quando si combatte una battaglia bisogna proteggerla dai demagoghi e dai populismi che sono i primi attratti da queste situazioni. Dobbiamo concentrare i nostri sforzi insieme alla Federazione in modo che il professionismo sia una vera occasione di crescita. Bisogna creare un prodotto che sia appetibile e che attiri gli investimenti: non si può vivere esclusivamente di contributi statali, governativi. Sono stati ben graditi ma nel lungo periodo il sistema deve attrarre degli investitori".

LA NOMINA - "Membro del Consiglio Direttivo della Divisione femminile? ​Si cerca di affrontare le sfide del calcio post pandemia e capire come il professionismo può essere un’occasione importante. Il fatto che la Federazione nomini un club all’interno dei proprio membri è un segnale di grande collaborazione. Noi abbiamo sposato il calcio femminile in un contesto molto bellicoso nel 2017, in cui le istituzioni e i club erano su due fronti contrapposti".

RINNOVI - "​Al termine di questa stagione sportiva viviamo un ciclo di 4 anni e speriamo che queste sei giornate compiano il percorso nel migliore dei modi. Questi rinnovi sono visti in un’ottica di continuità. Il calcio femminile ha uno scenario favorevole: abbiamo la riforma della Champions League, tre eventi in tre anni consecutivi a livello internazionale (Olimpiade, Europeo, Mondiale), un progetto di riforma della FIGC".

CHAMPIONS - "Il nuovo percorso? Ci saranno i gironi. Quindi 6 partite ​garantite danno una maggiore appetibilità sia a livello commerciale e sia di media. D’altra parte è pur vero che ci sono due turni da superare: noi non abbiamo un ranking che ci permette di evitarli, quindi la fase a gironi diventa l’obiettivo cruciale nella crescita. Bisogna assumere una dimensione europea. Invece di continuare a parlare del gap che è molto grande, bisogna concentrarsi sui nostri punti di forza e fare in modo che siano gli altri a preoccuparci di noi".