In questa stagione, per esempio, ha messo a referto 5 assist: "Montemurro mi chiede di entrare nel vivo del gioco, mi sta spingendo ad andare oltre la corsa sulla fascia, che è la mia caratteristica: credo di aver acquistato più confidenza e posso rischiare qualcosa in più di un tempo". Manca però il gol: "Devo ancora raggiungere la determinazione e la fiducia in zona tiro".
Sulla sfida di Champions League contro il Wolfsburg ha detto che "è il momento di portare a casa dei punti. Odio perdere persino in allenamento, sto proprio male per ore: dovremmo essere concentrate". Anche perché in tribuna, oltre a migliaia di persone, ci saranno anche i suoi genitori: "Ho fatto nuoto e ginnastica artistica, ma il giorno del saggio mi sono chiusa in camera e rifiutata di uscire. Mi vergognavo troppo di indossare il tutù. Mamma non voleva giocassi a calcio. Papà sfegato juventino ha realizzato un sogno vedendomi indossare questa maglia: sono i miei primi tifosi, e pure mia madre ormai guarda in tv più partite di me".
Infine, un passaggio sul suo idolo: "Da ragazzina Nedved, perché mi chiamavano 'furia' ed ero anche io mancina. Ho sempre apprezzato Marcelo come terzino e la campionessa francese Renard per la tranquillità con cui gioca".