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Contro la Fiorentina in tre partite da ex non ha mai segnato, motivo per cui la sfida di domenica può essere ancora più importante per lui, che dopo la doppietta di martedì contro la Salernitana non vuole più fermarsi. Dusan Vlahovic non intende sfigurare contro la squadra che lo ha lanciato nel calcio italiano, e dove ha convinto la Juve delle sue qualità al punto da spingerla a un maxi investimento nel mercato di gennaio pur di battere la concorrenza sul tempo. Ma a Torino il serbo è davvero rimasto lo stesso centravanti pericoloso e "letale" che aveva fatto innamorare la Vecchia Signora?

Analizziamo i numeri. Nella sua prima "vera" stagione a Firenze, il classe 2000 aveva fatto registrare una media di un gol ogni 225 minuti (253 considerando il solo campionato di Serie A), poi scesi a 147 (e 140) in quella successiva; ancora meglio negli ultimi sei mesi prima del trasferimento alla Juve (rispettivamente 102 e 105), dove poi da gennaio a giugno il dato è salito a 182 e 154. Dall'inizio della stagione in corso, invece, Dusan ha collezionato una rete ogni 120 minuti in Serie A, e ogni 180 considerando tutte le competizioni. Niente male tutto sommato, anche alla luce dei problemi fisici che tanto lo hanno condizionato finora, senza dimenticare che il sistema di gioco della squadra bianconera di Massimiliano Allegri è ben diverso da quello a cui era abituato in viola. 

Certamente, poi, Vlahovic può ancora migliorare parecchio, e il primo ad esserne consapevole è proprio lui. Domenica contro la Fiorentina, tra le mura amiche dell'Allianz Stadium, la possibilità di esultare da grande ex. E di lanciare un messaggio ai detrattori, ma anche a tutti coloro che, dopo averlo osannato come un eroe, non hanno esitato ad etichettarlo come "traditore".