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Non è più presidente dell’Eca, non è più nell’esecutivo dell’Uefa, ma è Andrea Agnelli ora è vicepresidente della Superlega. E presidente della Juventus. Sì, perché al netto della voce circolata ieri sulle dimissioni, smentita in più fasi della giornata, AA resta a comando della Juve e, stando a quanto riporta Tuttosport, alle dimissioni non ci ha neanche vagamente pensato nonostante la difficilissima giornata. Il progetto esploso nella serata di ieri e lanciato solo qualche giorno fa si porta dietro il lavoro di un anno e più al fianco di Florentino Perez, non cancellabile anche in caso di fragoroso fallimento. 

"Un progetto che - si legge sul quotidiano - non ha provocato frizioni o dissapori con il cugino John Elkann che rappresenta la proprietà della Juventus. Il gossip che mormorava di un certo disappunto da parte di John non ha trovato conferma, anzi sull’idea c’è sempre stata condivisione, da parte di Andrea, e sintonia da parte di John. Anche perché la rivoluzione calcistica immaginata dai fondatori della Superlega è certamente incentivante sotto il profilo economico". I problemi di Agnelli arrivano da fuori, la retromarcia delle inglesi ha dato una spallata importante al progetto. "Agnelli sa che ci sono squadre in coda fuori dalla porta della Superlega, che possono prendere il posto delle fuggiasche, tuttavia l’immagine granitica offerta al momento della presentazione della nuova competizione, ha visto aprirsi una crepa importante", si legge ancora. E se il progetto fallisse? Ecco, in questo caso, molto dovrà cambiare. Agnelli ha già perso qualsiasi ruolo ufficiale all’interno del calcio europeo e chissà che non possa dover fare retromarcia anche in Italia. Al momento sembra di no...