ESTATE TURBOLENTA - Ecco: l'ha fatto pure nell'ultimo periodo, quando Pellegrini (che presto raggiungerà la Lazio) è rientrato e la Juve si è ritrovata con quattro esterni sinistri contando anche Iling e Kostic. Troppi, decisamente. Da qui l'esigenza di sfoltire e di stabilire una gerarchia: Kostic sembrava l'intoccabile, titolarissimo della passata stagione e dentro gli schemi di Allegri; Iling è il giovane in rampa di lancio, immagine del progetto. E Andrea? L'ultimo arrivato. Che però si è fatto strada, pure tra i "no" decisi a diverse situazioni. La prima: il rientro a Bologna, chiesto a gran voce da Thiago Motta. La seconda: l'interessamento del Nottingham Forest in Premier, che si è accontentato alla fine di Ola Aina. La terza: soluzioni in prestito, magari con diritto di riscatto, come quelle paventate da Milan e Fiorentina. Tutto rispedito al mittente.
TITOLARE - E tutto coerente inoltre con le scelte di Massimiliano Allegri. Il tecnico l'ha sempre schierato nel precampionato, senza risparmiargli minuti preziosi e avversari di lusso. Ci vorrà il suo tempo, è chiaro: Andrea è alla prima esperienza in un top club, con la pressione di dover vincere sempre, della necessità di farlo su ogni campo. "Questa maglia è una roba diversa", ha timidamente sorriso in conferenza. Ed è stato apprezzato pure questo, quel cogliere la sostanziale differenza tra la Juve e un club di altro rango. Testa e gambe sono già di livello, ecco perché, una maglia da titolare a Udine, sorprenderebbe il giusto. Forse solo Kostic.