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C'è una Juve che perde, ma non è tutto qui. Il club bianconero non è abituato certo alle sconfitte, ma nemmeno vuole affossare per questo motivo un progetto in cui crede, anzi è alla ricerca di soluzioni per una volta definitiva e decisiva. Sì, perchè l'Under 23 è qualcosa in cui credere, su cui investire nel lungo periodo: la Juve si è battuta per avere le cosiddette "squadre B" e ora non ha intenzione di rinunciarci. Il ruolino di marcia, però, fin qui ha deluso e allora via ai cambiamenti...

IL MERCATO - Come spesso accade nel calcio, un sprint deciso può arrivare dal mercato: la dirigenza, come vi abbiamo raccontato nelle scorse settimane, segue con particolare interesse Filippo Melegoni. Ma il centrocampista classe 1999 non è il solo nome della lista: per lui si pensa a un prestito con diritto di riscatto, un colpo al quale potrebbero aggiungersi anche rinforzi come Brighenti e Zigoni. Attaccanti di categoria e di esperienza, senza dimenticarsi il motivo per cui questo progetto è nato: far crescere i giovani. E allora ecco che una delle soluzioni pensate dalla dirigenza bianconera prevede la promozione di Fagioli, dalla Primavera all'Under 23. Del resto, il ragazzo è già iscritto alla lista dei predestinati, e ha come primo sponsor un certo Allegri.
 
CREDIAMO NEL PROGETTO - Federico Cherubini, braccio destro di Paratici, che con Claudio Chiellini gestisce principalmente Primavera e Under 23, inoltre, ha spiegato il momento della squadra e la posizione della società. Ecco le parole a Tuttosport: "Non bisogna fare confusione tra l’andamento negativo della Juventus Under 23 nell’ultimo periodo (5 sconfitte consecutive in serie C, ndr) e la bontà del progetto “seconda squadra”: noi siamo stati i pionieri in Italia e come club siamo tuttora convinti che sia la strada giusta. Non è un esperimento, è un progetto strutturale che vuole diventare un asset importante per la Juventus. Alla riunione dei primi di luglio c’erano sei club di A interessati al progetto. La seconda squadra non è un’esigenza solo della Juve, ma del sistema calcio italiano: dai nostri studi più del 50% dei giocatori in prestito disputa meno del 30% dei minuti stagionali. Noi abbiamo fatto il primo passo in un quadro normativo che in quel momento era ancora incerto. Gli altri club continuano ad osservare con attenzione l’evoluzione del progetto, per esempio con il Torino ne abbiamo parlato anche recentemente". 
 
LA JUVE CHE PERDE - "Comprendiamo l’attenzione sulla nostra striscia di sconfitte , ma abbiamo una missione di medio-lungo periodo. Alla Juve perdere non fa mai piacere, ma l’obiettivo è anche fornire giocatori alla prima squadra, come è successo con Kean. Certo, se il progetto fosse partito prima della fine di luglio, sicuramente gente come Clemenza (ora al Padova, ndr) sarebbe rimasta qui. Una nuova scossa da Agnelli o da Ronaldo? Non c’è stato un intervento diretto. Capita di parlarne, perché la Under 23 è un asset importante. Non crediamo che ai nostri giocatori manchi personalità. Hanno qualità importanti, serve un periodo di adattamento. Stanno facendo una terapia shock calandosi in una realtà agonistica non facile. C’è stato un momento in cui sembrava che vincere o perdere fosse la stessa cosa, ma dopo il ko di Vercelli ho visto un’altra reazione. 'Retrocessione'? In quel caso ci sarebbe un anno di stop, diventeremmo l’ultima squadra delle aventi diritto, però non è chiaro se si può essere ripescati. Con realismo, diciamo che oggi dobbiamo superare questo momento di difficoltà, l’obiettivo è consolidare il progetto. Sono ottimista, spero di raccogliere dei frutti già in questa stagione. Questa è una settimana importante, domenica contro la Pistoiese vogliamo ripartire".