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La carriera di un calciatore è un attimo. Fondamentale. Che va colto come la più grossa chance della tua vita. Alcibiade lo sa: ieri l'emozione è stata tanta, perché questa maglia è un'altra storia. "Si vede anche da come ti guardano quelli dell'altra squadra...", sorride in conferenza. E con la fascia di capitano, il presente si mischia ai ricordi. Regalandogli attimi dolcissimi. 

PRIMA VITTORA - A 28 anni, Raffaele è il punto di riferimento di una squadra che ha due compiti principali: crescere e far bene. "Ma senza mettere pressioni, perché poi perdersi è un attimo". E lo sa bene, Alcibiade. Che ha girovagato i campi di C, tra Vercelli, Nocera, Pagani. S'è preso in braccio ora questa squadra, cercherà di guidarla verso un anno importante: perché pure senza l'ansia di dover fare risultato, la Juve resta la Juve. E tutti s'aspettano che vinca. A proposito: ad Alessandria è stato uno dei migliori, da leader vero s'è preso il centro della difesa e ha provato a indirizzare i suoi compagni. Giovani, tutti più di lui: da fuoriquota non gli è stato chiesto altro. 

TORNARE A CASA - Cosa vuol dire la squadra B: e non c'è testimonial migliore. Lui che è di Torino, che è tornato a casa, che l'ha fatto con la maglia per cui ha sempre tifato e sognato. Un giorno, chissà, forse potrà debuttare anche in prima squadra: le regole per gli 'over' lo permettono, Raffaele però non ci pensa. "Sono venuto qui per l'Under 23 e i miei pensieri sono tutti rivolti a questa squadra", sostiene deciso. Lo sguardo ha raccontato anche altro: ma forse è meglio non svelarli tutti, quei sogni. In attesa del prossimo match di domenica, la prima con la fascia al braccio è andata. Ed è stato bellissimo ritrovarsi con un posto fisso nel passato.