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Una Juve che può variare. C'è anche questo nella testa di Massimiliano Allegri, che dopo le ultime uscite un po' più complesse ha deciso di aprire a un nuovo cambiamento: non lasciare certamente la vecchia strada, ma studiare anche delle possibili modifiche, per sorprendere e avere più carte in mano. Così, davanti nell’allenamento svolto davanti ai tifosi e ai giornalisti ha messo in pratica una nuova idea, proprio a pochi giorni dal derby, dallo "scontro" con il collega Ivan Juric alla guida del Torino. Non solo il 3-5-2, ma anche un 4-4-2 come opzione. Una novità quest'anno, ma non in passato, che se però dovesse concretizzarsi avrebbe la sua primaria ragione nella necessità di ravvivare il gioco.

LE MOSSE - Dopo l'Atalanta - sottolinea Tuttosport - è apparso evidente come lo stesso Allegri dovesse provare a sperimentare strade alternative in modo da consentire alla Juventus di risultare più pericolosa. Ritrovando una creatività e fantasia che c'era ed ora manca, anche e soprattutto dai vari Rabiot, Miretti e Fagioli nella gara contro l'Atalanta, così è nata l’idea di riportare nel vivo della manovra l’unico juventino che affronta le partite con meno paletti tattici mentali e con uno spirito a volte sin troppo anarchico, cioè Weston McKennie. Non più esterno, ma centrocampista, a due, disegnando però un contesto più adatto per mitigare eventualmente alcune sue amnesie di posizione che rischiano altrimenti di rendere la squadra vulnerabile. Alla Continassa Allegri ha provato una mediana formata da McKennie-Locatelli-Miretti-Rabiot e dietro il texano il giovane Weah, terzino puro, meno offensivo e più misurato. Il motivo dietro questa seconda idea? Allegri era rimasto un po’ perplesso sulla sua capacità di leggere i tempi in cui spingere e invece frenarsi, si legge sul quotidiano.