A chi dare la colpa? Questa sera a Massimiliano Allegri, almeno in gran parte. Dopo un primo tempo tutto sommato buono, al 45' la Juve ha cambiato faccia, e non in meglio: l'approccio alla ripresa è stato scioccante, e ancora peggiori sono stati i cambi, le "cartucce" che il tecnico aveva in canna per riuscire nell'obiettivo di uccidere (sportivamente parlando) l'avversario, di chiudere una partita che già - a onor del vero - avrebbe dovuto essere chiusa sul finire del primo tempo, sfruttando la colossale occasione capitata a Cuadrado.
E invece no, al 76' Allegri ha pensato di togliere in un colpo solo Pellegrini e Bernardeschi, tra i più positivi insieme a Morata, oltre a un Kaio Jorge entrato sì a freddo e quasi per caso ma comunque con personalità: al loro posto Alex Sandro e Bentancur, non esattamente tra i più brillanti nelle ultime uscite, in aggiunta a Kean, ancora una volta incapace di dare peso alla manovra offensiva. E tutto ciò continuando a dare fiducia a Rabiot, ormai perennemente in serata "storta", rimasto in campo fino alla fine a differenza di Locatelli, sostituito all'87' con Soulé. Buona l'idea, per carità, ma un po' tardiva, perchè sei minuti sarebbero stati forse insufficienti anche per un fuoriclasse, figuriamoci per un classe 2003 alla sua seconda presenza in prima squadra.
Un'opportunità sprecata per gestire meglio la panchina, un'altra partita da cancellare. E altri due punti buttati, che forse mettono la parola fine sulla corsa all'obiettivo Champions League.