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Un fulmine a ciel sereno: la Juventus invia una lettera a Real Madrid e Barcellona con l’intento di avviare una discussione sull’uscita dal progetto Superlega. Una novità che ha scosso gli equilibri del calcio europeo e che dalle parti di Nyon è stata accolta con un sorriso. Un primo, ufficiale, tentativo di disgelo dopo la rottura netta durante l’era Agnelli.
 
Sorride Ceferin ma, allo stesso tempo, sorridono anche Figc e Gabriele Gravina. Secondo quanto riporta La Stampa fu proprio l’istituzione italiana a fare da mediatrice e a portare ai primi incontri tra le parti: uno decisivo si è svolto a Roma l’11 maggio. La Gazzetta dello Sport aggiunge: “Non è un mistero che la Federcalcio e il suo presidente Gabriele Gravina, che peraltro è anche uno dei vicepresidenti dell’Uefa, abbiano incoraggiato e costruito questo percorso di disgelo. Non si è trattato di una mediazione, piuttosto la costruzione faticosa di un varco che potesse consentire un ripristino minimo di relazioni dopo anni di tempesta. Un processo che comunque ha impiegato diversi mesi per poter giungere a smuovere qualcosa. Un disgelo che è in effetti all’inizio e che non è una sorta di trattativa clandestina. Non c’è una relazione automatica fra patteggiamento, disgelo e possibilità che la Federcalcio europea possa limitare i rischi di ulteriori sanzioni. D’altronde pure lo stesso comunicato della Juve nega qualsiasi pressione”.
 
Al di là di tutto ciò, oltre la lettera manca ancora una comunicazione ufficiale della Juventus da recapitare a Nyon. E sulle sanzioni, la Rosea aggiunge che non ci sarebbero automatismi con la dissociazione dal progetto Superlega: “La Uefa potrebbe però ritenere in qualche modo assorbita la responsabilità o comunque limitare alla sola stagione che verrà, con un eventuale divieto di Conference League, la conclusione della partita giudiziaria. La stessa violazione delle norme sul fair play finanziario che potrebbe emergere da una lettura delle carte italiane, già visionate da mesi vista la condivisione dei documenti dell’inchiesta di Torino, potrebbe non costituire più un’ulteriore opportunità giustizialista, ma la possibilità di un intervento con un nuovo accordo. Che potrebbe sfociare in una multa, o comunque una pena sempre nell’ambito della limitazione del mercato o della profondità della rosa, senza però la scure dell’esclusione per più anni dalle manifestazioni europee, il vero fantasma di queste ultime settimane”.